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 2018  gennaio 16 Martedì calendario

L’altro Bosforo di Istanbul arriva un nuovo canale per dividere la città in tre

Istanbul avrà il suo secondo Bosforo. Il ministro dei Trasporti, Ahmet Aslan, ha annunciato ieri che nella parte europea della megalopoli, verrà costruito un canale artificiale lungo 45 chilometri e in grado di garantire il passaggio di 160 imbarcazioni al giorno. Il condotto unirà il Mar Nero al Mar di Marmara, per la precisione da Durusu all’insenatura di Kurucesme, e sarà vicino al terzo aeroporto che è quasi ultimato e dovrebbe essere collaudato nei prossimi mesi.
«L’investimento per il terzo scalo – ha detto il ministro Aslan – è stato di 12,8 miliardi di euro. Quello per il canale potrebbe essere anche più elevato». I giornali parlano di una cifra fra i 15 e i 20 miliardi di dollari, finanziata al 70% dal governo e con investitori stranieri che aspettano con ansia la gara di appalto. I lavori partiranno entro la fine dell’anno e si concluderanno entro il 29 ottobre 2023, centesimo anniversario della nascita della repubblica turca.
L’obiettivo ufficiale è quello di alleggerire le scenografiche acque del Bosforo, teatro di nostalgie ottomane e bizantine, ma anche punto di passaggio obbligato per le navi che arrivano o si dirigono verso il Mar Nero.
Ma gli ambientalisti sono in allarme e i più critici pensano che il progetto sia l’ennesima espressione delle manie di grandezza del presidente della Repubblica, Recep Tayyip Erdogan. Era stato proprio lui nel 2011, quando era ancora premier, a parlare del piano. L’idea era stata subito bollata come irrealizzabile e a rischio ambientale altissimo, tanto è vero che, ancora oggi, i quotidiani di opposizione lo chiamano «çilgin proje», il progetto pazzo. Alcuni studiosi hanno persino messo in discussione la stabilità della parte europea di Istanbul, nella quale abitano 10 milioni di persone e dove non mancano problemi causati da urbanizzazione selvaggia e dissesto idrogeologico.
Ma nulla, nemmeno la natura, sembra poter fermare la «Yeni Türkiye», la Nuova Turchia di Erdogan, soprattutto se l’ordine arriva dal presidente, dall’aprile scorso investito di un potere pressoché illimitato e desideroso di stupire, dentro e fuori i confini nazionali, con una politica estera sempre più aggressiva e il finanziamento di una serie di infrastrutture che lanceranno la Mezzaluna nell’Olimpo delle grandi economie mondiali. Un piano di investimenti potente, che Ankara utilizza anche per consolidare o ricostruire alleanze strategiche e che non si ferma alle infrastrutture. Un esempio per tutti, la Russia di Vladimir Putin, con la quale la Turchia condivide importanti progetti energetici, primo fra tutti la centrale nucleare di Akkuyu, che da sola vale 20 miliardi di dollari. Il prossimo cantiere ad aprire potrebbe essere quello del 3-Level Grand Istanbul Tunnel, il primo tunnel sotterraneo del mondo a tre livelli che unirà parte europea e parte asiatica.
Il biglietto da visita di un Paese che, come si ricorda sempre alle inaugurazioni di questi cantieri, sorge sul territorio appartenuto a tre imperi. Il mondo, insomma, si prepari.