la Repubblica, 16 gennaio 2018
Larissa, segnali dal futuro. A 15 anni salta da grande col dna di May-Iapichino
Buon sangue di solito non mente. Buon sangue in questo caso è una dotatissima pischella di 15 anni che salta, lancia, passa gli ostacoli, corre, al pomeriggio si allena come una matta («anche due ore e mezza di allenamento in campo») ma di mattina si sveglia presto perché a quell’ora fa le cose che fa una quindicenne: va a scuola, studia italiano, matematica, latino. Larissa va orgogliosa delle grandi conquiste delle sue indaffarate giornate: la media del 7 allo scientifico “Leonardo da Vinci” di Firenze e un fresco record italiano di pentathlon allieve U18 (lei non ha ancora 16 anni!), illuminato da un formidabile 6,12 nel lungo: «Non mi voglio perdere niente». C’è stato un momento in cui Larissa era famosa nelle case degli italiani. Era la piccoletta cui la mamma, sua mamma vera, offriva “fetta latte” in una vecchia pubblicità. In precedenza questa mamma di Larissa s’era data parecchio da fare per diventare una leggenda dell’atletica. Il suo nome è Fiona May ed è stata la più grande lunghista italiana di sempre, una delle poche donne al mondo ad aver superato i 7 metri con una certa regolarità, vincendo mondiali come un tempo capitava anche a noi azzurri, e sempre dando la sensazione di essersi trattenuta o di non essere riuscita a dare il massimo. Larissa sta mettendo a frutto i buoni uffici della chimica familiare. Suo padre è Gianni Iapichino, ex-primatista italiano dell’asta. Come mamma, anche Larissa salta “trattenendosi”: «Il 6,12 non me l’aspettavo, anche perché non ho neppure preso l’asse di battuta al momento dello stacco. Abbiamo preparato tutto in due mesi». Quindi un salto che già valeva 6,40. «Il pentathlon è assai formativo per i giovani atleti», spiega papà Gianni, «io non le metto fretta, voglio che il suo corpo abbia tutto il tempo per formarsi e per rendere in tutte le specialità, l’abbiamo affidata a due tecnici che inizieranno adesso ad allenarla anche dal punto di vista tecnico. Per proteggerla non abbiamo ancora iniziato i lavori pesanti, il potenziamento e la capacità lattacida». Fra le tante discipline alla fine Larissa ne sceglierà una, quella che fra un paio d’anni sentirà più sua, più casa sua. Mamma Fiona: «Farà la lunghista? Mi piacerebbe, ma sarà lei a decidere, ha le doti per fare tutto». E si vede. Nel suo record di pentathlon allieve ( 3.707 punti), ci solo segnali dal futuro: «Amo il lungo e i 400 (il pentathlon è composto da lungo, alto, peso, 400 e 60 hs, ndr), invece nell’alto mi paralizzo un po’...». Uno dei suoi allenatori è Ilaria Ceccarelli, che le ha migliorato la tecnica di corsa con gli ostacoli. L’altro è l’ex- triplista Gianni Cecconi: «Chissà, magari i 400 ostacoli sono la mia gara...», prosegue la figlia volante di Fiona che volava. Ora Larissa ha tante carte in mano, fra cui quella che si giocherà ai Campionati Allievi Indoor fra due settimane. E pensare che quando aveva sei anni disse: «Non date retta alla mamma, a me l’atletica non piace, io voglio fare l’architetta come il nonno!». Mamma ci rimase male e allora lei aggiunse: «Però magari a 16 anni ci ripenso...». Larissa si sbagliava. Ci ha ripensato a 14.