la Repubblica, 16 gennaio 2018
Banfi e Al Bano tra i 38 consiglieri di Emiliano
BARI Al Bano, Renzo Arbore, Lino Banfi. Sono solo i tre nomi più noti del collegio degli esperti voluto da Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia. Un collegio che assomiglia alla corte del re, confermato e rimpolpato – da 30 personalità si è passati a 38 in un anno – e che è composto da figure che hanno trovato il modo di continuare a fare politica o iniziarla del tutto. A titolo gratuito, certo, ma gli esperti al presidente sussurrano. E quindi contano non poco nelle sue scelte. Oltre ai 38 a titolo gratuito ci sono, poi, anche quattro consiglieri del governatore stipendiati dalla Regione Puglia, con cifre sugli 80mila euro a testa: due ex parlamentari, Giovanni Procacci e Titti De Simone, l’attuale vicepresidente del Pd, Domenico De Santis e Fabio Di Fonte che lavorava nel suo staff al Comune. Quella di Emiliano è la versione riveduta e corretta delle convergenze parallele di Aldo Moro: tenere tutti dentro.
Non è un caso che fra gli esperti volontari ci sia addirittura il suo rivale (per volontà di Silvio Berlusconi) alle elezioni 2015, Francesco Schittulli, presidente nazionale Lilt, che non fa mancare il suo contributo quando si parla di sanità. E sempre lui ha infilato Mario Matteo Malcangi, coordinatore provinciale del suo movimento di chiara matrice di centrodestra. C’è chi la politica la rimpiange – ex assessori e medici, consulenti di Emiliano quando era sindaco di Bari – e che ora continua a essere presente. Se Al Bano, uno dei più attivi, macina idee sul made in Puglia – «ma non ci sono risorse sufficienti per realizzarle», dicono dalla Regione – e Renzo Arbore e Lino Banfi si esibiscono sul ruolo internazionale del turismo e dell’enogastronomia pugliese, fra gli uomini che sussurrano al presidente c’è il potentissimo Mario Morlacco, già sub commissario alla Sanità per la Regione Lazio e per la Campania, nonché alla guida dell’agenzia regionale pugliese ai tempi di Raffaele Fitto. Se non si entra nella stanza dei bottoni dalla porta principale, si può sempre usare l’uscita secondaria. E il collegio degli esperti sembra saperlo.
L’attività del primo anno è stata frenetica, le riunioni si tenevano – e continuano a tenersi – al mattino o nel primo pomeriggio. C’è un gruppo WhatsApp e un’e-mail dedicata. E gli esiti delle loro discussioni, messi a verbale, lasciano tracce nell’azione di governo: gli esperti hanno lavorato per l’avvio del reparto di Oncoematologia pediatrica a Taranto, così come alcuni di loro hanno influenzato la presa di posizione di Emiliano sulla decarbonizzazione dell’Ilva. E ci sono sempre loro dietro l’istituzione della discussa Giornata della memoria delle vittime meridionali dell’Unità d’Italia.