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 2018  gennaio 16 Martedì calendario

Cena in stile Churchill nella mensa dei deputati (che ora sogna la stella)

Londra A cena con Winston Churchill nel ristorante del Parlamento di Westminster: è una delle esperienze che è possibile fare a Londra dopo che la venerabile Camera dei Comuni ha deciso di aprirsi sempre più al pubblico (e trasformarsi in un marchio commerciale per catering, banchetti e feste private). 
La Members’ Dining Room, la sala da pranzo foderata di pannelli di legno costruita nel 1871 e nota come «la Camera dipinta», punta a diventare un ristorante di alta gamma e magari a conquistare una stella Michelin, come racconta il Times, che ha dedicato una pagina alla storia. Nel frattempo si parte con serate a tema: la prima delle quali è ispirata a Churchill, in modo da capitalizzare la mania per lo storico premier che in queste settimane pervade l’Inghilterra, complice anche il film The Darkest Hour, appena arrivato nelle sale.
Questo venerdì un numero ristretto di ospiti potrà cenare con un menù «churchilliano», che prevede un accompagnamento di pane inzuppato nel sugo di manzo e sigari di cioccolato per dessert: ma i biglietti da 80 sterline (circa 90 euro) sono andati già tutti esauriti.
In alternativa ci si potrà accomodare prossimamente a una cena a tema sulle suffragette, in onore del centenario della concessione del voto alle donne. Per occasioni meno formali si può approfittare del menù a prezzo fisso negli altri giorni: 45 sterline (50 euro) per il pranzo e 65 (meno di 75 euro) per la cena. Oppure, quando arriverà il bel tempo, ci si potrà sedere sulla terrazza sul Tamigi, al termine di una visita guidata, per gustare un afternoon tea da 29 sterline (poco più di 30 euro).
A spingere Westminster a diventare un punto di riferimento per i gourmet londinesi è anche l’intenzione di gravare il meno possibile sulle tasche dei contribuenti: nel 2011 6 milioni di sterline (quasi 7 milioni di euro) di soldi pubblici erano stati destinati a sovvenzionare il catering parlamentare: ora quella somma è stata già dimezzata e si punta a raggiungere l’autosufficienza economica. 
Westminster ha 22 punti di ristoro fra bar e sale da pranzo, sparsi tra quattro edifici: una cucina principale e altre nove secondarie impiegano 250 persone e lavorano senza sosta per sfamare 650 deputati, oltre 800 Lord e 15 mila altre persone che hanno accesso a vario titolo al Parlamento. In una sola giornata possono aver luogo anche 28 eventi diversi, sponsorizzati da aziende, gruppi di beneficenza e organizzazioni varie: si calcola che gli chef debbano sfornare fino a 10 mila tartine al giorno per intrattenere tutta questa gente.
Sir Paul Beresford, il presidente conservatore della commissione amministrativa della Camera dei Comuni, sostiene che sia un «mito» che i ristoranti del Parlamento siano un aggravio per i contribuenti: il problema è che le lunghe sedute costringono i deputati a restare in Aula anche fino a mezzanotte e dunque i costi per tenere aperte le cucine durante le ore piccole schizzano verso l’alto.
Ecco dunque l’apertura al pubblico e la ricerca della qualità: gli chef e i camerieri riceveranno una formazione extra per competere con i migliori locali della zona e, come dice Sir Paul, «voglio puntare a una stella Michelin. Penso che possiamo farcela, la nostra offerta è già di gran lunga superiore a certi costosi ristoranti qui attorno».
Ma la commercializzazione del Parlamento non si ferma al food : nei programmi c’è l’espansione dei negozi ai Comuni e ai Lord, che vendono tutta una gamma di souvenir, e finanche l’apertura di un punto vendita all’aeroporto di Heathrow.