Il Sole 24 Ore, 16 gennaio 2018
Alitalia, una partita (a scacchi) internazionale
Tutti in corsa per Alitalia, nessuna defezione: Lufthansa, Air France-Klm, easyJet, Delta, il fondo Cerberus e la new entry l’ungherese Wizz Air. Nessun passo indietro nella contesa di Alitalia che ha iniziato una settimana decisiva per il suo futuro riaprendo di fatto una nuova fase negoziale alla luce dei nuovi soggetti interessati al dossier. I commissari ieri hanno incontrato i ministri Del Rio e Calenda, domani voleranno a Francoforte per gli approfondimenti con Lufthansa e giovedì incontrano i manager di Air France-Klm. Una ridda di incontri che fanno seguito a quelli già avuti la scorsa settimana ad Atlanta con Delta e a New York con gli uomini di Cerberus.
Il fondo americano che appariva spiazzato dopo la rottura dell’alleanza con easyJet, al momento non sembra volere arretrare sull’offerta già presentata di acquisire nella sua totalità il vettore italiano con l’obiettivo di costituire una holding nella quale fare confluire sia lo Stato attraverso Cdp sia i sindacati. Sul piatto avrebbero messo fino 400 milioni di euro, cifra tuttavia mai confermata dal fondo di private equity. Per Cerberus resta il nodo della quota di capitale che non può superare il 49% essendo un soggetto extra Ue. Ha quindi bisogno di un partner europeo che aveva trovato in easyJet, ma il “fidanzamento” non ha funzionato.
I commissari si sarebbero spesi per convincere il fondo a rimanere nella partita convinti che un partner finanziario accanto a quelli industriali potrebbe essere funzionale allo sviluppo di Alitalia, specialmente sul fronte internazionale. Ed è proprio su questo fronte che si punta per il rilancio della compagnia. Non solo Delta Air Lines è stata giocata in questo contesto: per la compagnia americana il mercato italiano è il nono per importanza e vale 3,2 miliardi di dollari. Anche Air France-Klm presenta un profilo di respiro internazionale avendo nel suo capitale Delta Air Lines con il 10% e China Eastern Airlines con un altro 10 per cento. A sua volta la compagnia franco-olandese ha acquisito il 31% di Virgin Atlantic (dove Delta controlla il 49%) sborsando 220 milioni di euro. Un impegno importante per una rete di alleanze commerciali e societarie che legano i vettori tra loro a doppio filo nel netrwork che va dagli Stati Uniti, passando dall’Europa fino alla Cina.
Per Air France-Klm la nuova alleanza ha segnato il punto di svolta dopo anni di difficoltà finanziarie: nel 2017 in Borsail titolo ha fatto il botto segnando +162,5%, l’incremento più forte davanti a Lufthansa che ha archiviato l’anno con +150,4 per cento. Un anno d’oro per i vettori europei complici, ancora una volta, il basso prezzo del carburante e l’aumento del traffico aereo che la Iata stima ancora in crescita nel 2018, quanto basta per sistemare i bilanci delle compagnie aeree: nei primi nove mesi del 2017, Air France-Klm ha messo a segno un aumento del fatturato del 4,1% rispetto allo stesso periodo del 2016 con una accelerazione nel secondo trimestre del 5,5 per cento. Crescono il numero di passeggeri trasportati, gli utili netti si sono attestati nei primi nove mesi a 703 milioni di euro, con un indebitamento in calo.
La stampa francese ha fatto notare che da quando sono circolati i rumors di un coinvolgimento di Air France in Alitalia il titolo ha perso in Borsa il 6%. Non ha fatto meglio Lufthansa che da inizio anno è arretrato del 5,1 per cento. Sono gli unici titoli tra i grandi vettori europei quotati a registrare una performance negativa: forse per i trader Alitalia rappresenta una buona scusa per vendere dopo il bottino del 2017.