Il Messaggero, 16 gennaio 2018
Troppi baci, la Francia apre il dibattito: «Così non si lavora più, meglio abolirli»
PARIGI I francesi, si sa, si baciano. Tanto, troppo, sempre: per dirsi buongiorno, buonasera, salve, arrivederci, a volte perfino per dirsi piacere, la prima volta, un bacio tra sconosciuti al posto della magari meno affettuosa, ma più neutrale, stretta di mano. Senza contare le varianti regionali: dai due schiocchi, un bacio su ogni guancia, si passa a tre nel sud ovest e addirittura a quattro nel sud. La pratica, spesso notata con stupore o ironia dagli stranieri, comincia a pesare anche agli autoctoni.
IL MESSAGGIO
Poco prima di capodanno, Aude Picard-Wolff, sindaca di Morette, comune della regione di Grenoble, ha osato sollevare la questione, e ha inviato un messaggio via e mail a tutti i colleghi della comunità metropolitana regionale. Li incontra regolarmente alle riunioni del consiglio comunitario: 73 membri, ovvero, a ogni riunione, il doppio di baci. «Consigli, commissioni, conferenze varie, seminari, consigli d’amministrazione, cerimonie in municipio, manifestazioni pubbliche: io non ne posso più, bacio ogni giorno decine di persone» ha scritto, esausta, la 47 enne sindaca, ecologista, sposata e madre di tre figli. Oltre a lamentare una perdita di tempo, Picard-Wolff denuncia anche una pratica poco sana e financo sessista. La bise, baciarsi sulle guance, è infatti un po’ meno diffusa come saluto tra due uomini, anche se da qualche anno è stato notato un aumento della pratica pure tra signori in giacca e cravatta.
Aude Picard-Wolff ha confessato nel suo messaggio di essere spesso arrivata apposta in ritardo alle riunioni per evitare di baciare tutti: «Questo rituale mi pesa e m’infastidisce ha scritto la sindaca – È diventato un gesto sistematico che non significa più niente. E ho constatato che questo fastidio è condiviso da tanti». Per concludere, la sindaca ha chiesto al Presidente della comunità metropolitana, Frédéric De Azevedo, di «riflettere alla questione nel quadro del funzionamento del nostro consiglio».
La cosa in realtà ha superato ampiamente i confini del consiglio della regione Isère ed è diventata dibattitto nazionale sui social: non sarebbe meglio limitare gli sbaciucchiamenti all’intimità? Il presidente De Azevedo ha deciso di cominciare dalla sua regione: «Aprire il dibattitto è stato coraggioso ha scritto in una lettera aperta Di sicuro bisogna riflettere sui codici sociali che regolano le relazioni umane. Noi solleveremo l’argomento bacio di saluto alla prossima riunione della commissione governance che si occupa del funzionamento della nostra assemblea».
L’abitudine non è così antica. Il saggista e giurista Frédéric Rouvillois, autore di un Dizionario nostalgico della buona educazione assicura che la mania di baciarsi per salutarsi risale in Francia agli anni Settanta, quando scuole medie e licei sono diventati tutti misti, per ragazzi e ragazze. Prima spiega ci si stringeva la mano.