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 2018  gennaio 15 Lunedì calendario

APPUNTI SU FONTANA E LA «RAZZA BIANCA» PER GAZZETTA

RAPHAEL ZANOTTI, LASTAMPA.IT –

Ora che anche il discorso sulla razza ariana è stato sdoganato, s’inizi la campagna elettorale. Il candidato del centrodestra alle regionali lombarde (ex sindaco di Varese), Attilio Fontana, ha lanciato la sua chiamata alle armi dalle frequenze di Radio Padania: la «razza bianca» e la «nostra società» rischiano di essere «cancellate» dal fenomeno dell’immigrazione incontrollata. 

Ragiona Fontana: «Noi non possiamo accettare tutti perché se dovessimo accettarli tutti (i migranti, ndr) vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica. Perché loro sono molti più di noi, più determinati nell’occupare questo territorio di noi». È matematica. 

E infatti il candidato, subito dopo, ha spiegato: «Qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, qui è questione di essere logici, razionali. Noi non possiamo, perché tutti non ci stiamo».  

Le sue parole hanno subito scatenato la protesta dell’esponente del Pd Emanuele Fiano. Non contro il candidato del centrodestra, bensì contro i cugini di Liberi e Uguali: «Per i signori a sinistra che pensano che il futuro della #Lombardia sia giusto affidarlo alla divisioni nel centrosinistra: Fontana (candidato centrodestra): con troppi migranti razza bianca a rischio. Bravi compagni, continuiamo così» ha scritto il deputato riferendosi alla scelta di Leu di non appoggiare alle regionali lombarde il candidato democratico Giorgio Gori. 


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IL POST

Attilio Fontana, politico della Lega Nord, ex sindaco di Varese e candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Lombardia del prossimo 4 marzo, ha espresso la sua opinione sull’immigrazione parlando a Radio Padania e dicendo cose apertamente razziste e proponendo la tesi della presunta “sostituzione etnica” che sarebbe in corso, argomento molto caro e popolare tra i movimenti neonazisti e neofascisti europei.


«Uno Stato serio dovrebbe progettare, programmare, anche una situazione di questo tipo. Dovrebbe dire: noi vogliamo, riteniamo giusto che possano essere accolti mille, centomila, dieci milioni, cento milioni… quanti immigrati noi vogliamo fare entrare, come li vogliamo assistere, che lavori vogliamo trovare loro, che case vogliamo dare loro, che scuole… a quel punto, quando uno fa un progetto di questo genere, lo sottopone ai propri cittadini. Siete d’accordo con questa scelta? Vi va bene? Allora ha un senso. Ma fare il discorso demagogico e assolutamente inaccettabile che “dobbiamo accettarli tutti”, beh, è chiaro che è un discorso di fronte al quale bisogna reagire, bisogna ribellarsi. Noi non possiamo accettarli tutti. Perché se dovessimo accettarli tutti vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica. Perché loro sono molti più di noi, perché loro sono molto più determinati di noi nell’occupare questo territorio. Quindi noi di fronte a queste affermazioni dobbiamo ribellarci. Non possiamo accettare. Perché qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, è questione di essere logici, razionali. Noi non possiamo perché tutti non ci stiamo. Quindi dobbiamo fare delle scelte. Dobbiamo decidere se la nostra etnia, se la nostra razza bianca, se la nostra società deve continuare a esistere o se la nostra società dev’essere cancellata. È una scelta. Se la maggioranza degli italiani dovesse dire “noi vogliamo auto-eliminarci”, e vabbé, vorrà dire che noi ce ne andremo da un’altra parte, quelli che non vogliono auto-eliminarsi».


La frase sulla «razza bianca» ha generato immediate indignazioni e proteste – non esiste peraltro nessuna «razza bianca», secondo la scienza, ma solo quella umana – e Fontana si è corretto dopo qualche ora dicendo che era stato «un lapsus, un errore espressivo, intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un’accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società». Il capo del partito di Fontana, Matteo Salvini, ha rincarato però dicendo che «siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. È in corso un’invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c’entra e c’è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire se prende il sopravvento l’islamizzazione finora sottovalutata».

Fontana è dato in leggero vantaggio nei sondaggi, seguito da Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e candidato del Partito Democratico. La coalizione Liberi e Uguali, che raggruppa alcuni partiti minori di sinistra, ha deciso nei giorni scorsi di non sostenere Gori ma di candidare Onorio Rosati, un consigliere regionale che faceva parte del PD fino a pochi mesi fa.


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CORRIERE.IT –
«La nostra razza bianca», «noi come realtà etnica»: fanno discutere alcune espressioni usata in un’intervista dal candidato alla presidenza della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Che alla sua prima uscita pubblica con Matteo Salvini, domenica, aveva affermato: «Se ci sarà un governo di centrosinistra e si bloccherà l’autonomia, saremo costretti ad andare Roma con i forconi». Sempre domenica, intervistato su Radio Padania nella trasmissione «Sulla strada della libertà», l’ex sindaco di Varese ha dichiarato: «Noi non possiamo accettare tutti» gli immigrati «perché, se dovessimo accettarli tutti, vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica». «Perché - ha proseguito - loro sono molti più di noi, più determinati nell’occupare questo territorio di noi. Noi, di fronte a queste affermazioni, dobbiamo ribellarci, non possiamo accettarle: qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, qui è questione di essere logici, razionali. Noi non possiamo, perché tutti non ci stiamo. Quindi, dobbiamo fare delle scelte: decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società deve continuare a esistere o la nostra società deve essere cancellata: è una scelta».

«Quanti farne entrare, come assisterli, case, scuole»

«Se la maggioranza degli italiani dicesse “Vogliamo auto-eliminarci”, vorrà dire che noi - quelli che non vogliono auto-eliminarsi - ce ne andremo da un’altra parte», ha argomentato Fontana. «Viviamo una realtà irraccontabile», ha affermato. «Uno Stato serio dovrebbe progettare, programmare» per gestire «una situazione di questo tipo», ha proseguito, «e dire “Noi riteniamo giusto che possano essere accolti mille, centomila, un milione, cento milioni”», dovrebbe dire «quanti migranti noi vogliamo fare entrare, come li vogliamo assistere, che lavori vogliamo trovare loro, che case vogliamo dare loro, che scuole». «A quel punto, un governo fa un progetto poi lo sottopone ai propri cittadini e chiede “Siete d’accordo su questa scelta? Vi va bene?”. Allora, ha un senso - ha sostenuto -. Ma fare il discorso demagogico e assolutamente inaccettabile secondo cui dobbiamo accettarli tutti... È chiaro che è un discorso di fronte al quale bisogna reagire, bisogna ribellarsi».


«È stato un lapsus»

Dopo che le sue dichiarazioni sono state rilanciate dalla stampa, Fontana si è sentito in dovere di fare marcia indietro e precisare: «È stato un lapsus, un errore espressivo, intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un’accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società». «Rispetto a quella frase, ascoltando il mio discorso per intero si capiva cosa intendevo dire», ha spiegato ancora Fontana. «Da sempre dico che andrebbe presentato un progetto, cosa si vuole fare, quanti immigrati vogliamo accogliere. Nella mia città (Varese, ndr) c’erano immigrati che dormivano nelle fabbriche abbandonate, non credo sia questo il tipo di accoglienza che vogliamo dare». Ci vogliono quindi «numeri, modo di integrazione, poi la gente può decidere ma un’immigrazione incontrollata non può che creare dei disastri», ha concluso.


Salvini: «Siamo sotto attacco»

«Al governo normeremo ogni presenza islamica nel Paese», rincara la dose Matteo Salvini. «Esattamente come in tempi non sospetti ha sostenuto Oriana Fallaci, siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. È in corso un’invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c’entra e c’è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire se prende il sopravvento l’islamizzazione finora sottovalutata».


Gori: «Formazione, lavoro, crescita, Europa»

Tra le prime reazioni quella del candidato del centrosinistra per la presidenza di Regione Lombardia, Giorgio Gori, che su Facebook scrive: «Campagna elettorale: c’è chi parla di forconi e razza bianca. Noi parliamo di formazione, lavoro, crescita, Europa. Scegliete voi. #FareMeglio si deve, senza isterismi e demagogia». Il deputato pd Emanuele Fiano sul suo profilo Twitter cita le parole di Fontana rivolgendosi ai partiti di sinistra che hanno deciso di non sostenere Giorgio Gori: «Per i signori a sinistra che pensano che il futuro della Lombardia sia giusto affidarlo alle divisioni nel centrosinistra: "Fontana (candidato centrodestra): con troppi migranti razza bianca a rischio" . Bravi compagni continuiamo così».


Le reazioni da Renzi a Laforgia

Le parole di Fontana hanno subito suscitato una bufera politica con critiche e attacchi a livello nazionale. «La Lega parla di invasione e razza bianca. Noi con @giorgio_gori parliamo di innovazione e capitale umano. In Lombardia il voto del #4marzo è un derby tra rancore e speranza, tra passato e futuro. #faremeglio». Così Matteo Renzi, segretario del Pd, su Twitter. «La Lombardia è la più grande regione del Paese: la sua economia traina tutta l’Italia ed è punto di riferimento per l’Europa. Ci aspettavamo un dibattito alto, bello, nobile, sui contenuti. E invece il candidato della destra, leghista, parla di `razza bianca´ e di invasioni. Noi insieme a Giorgio Gori parliamo di innovazione e capitale umano. Siamo una squadra che sceglie il futuro, non la paura. Altro che farneticanti dichiarazioni sulla `razza bianca´: il derby tra rancore e speranza è la vera sfida che caratterizzerà il 4 marzo, in Lombardia come nel resto del Paese. Andiamo avanti, insieme», ha aggiunto il segretario Pd su Facebook. «Quelle di Fontana sono parole razziste inaccettabili. Il fatto che i sondaggi diano il candidato leghista molto avanti è un dato preoccupante. Ma è anche il segno che la discussione sulle coalizioni si concentra spesso solo sull’aritmetica e dimentica la politica - ha attaccato sempre su Facebook il capogruppo di Mdp a Montecitorio ed esponente di Liberi e Uguali, Francesco Laforgia - . Forse quello che è mancato in tutti questi anni è un pensiero autonomo della sinistra che affrontasse le paure e le solitudini generate dalla crisi economica. Quando accade questo, è il volto reazionario della destra a prendere il sopravvento, come è accaduto in Lombardia. Per questo occorre ricostruire un legame con le fasce più fragili della popolazione rimettendo al centro questione sociale, lavoro e diritti. Altrimenti quei cittadini impauriti continueranno a votare a destra, a prescindere dalle scelte di alleanze che faremo noi». E il deputato M5S Roberto Fico su Twitter: «La razza bianca è a rischio (che stupidaggine) ma la mamma dei cretini è sempre incinta». «Le parole sono un lapsus freudiano, perché quello che ha detto lo pensano in molti e questo non può che preoccupare. Io credo che dietro a molta della propaganda xenofoba che è stata alimentata in questi anni ci sia anche un tratto razzista», ha poi commentato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.


Coro di critiche

Le dichiarazioni di Fontana hanno suscitato un coro di critiche dal centrosinistra. «Siamo all’inizio della campagna elettorale, chissà quale sarà il prossimo passo. Probabilmente prima della fine della campagna dirà che tutti quelli che si chiamano Calogero e vengono dalla Sicilia hanno un mese di tempo per tornare a casa. Se tanto mi dà tanto..», ha commentato il sindaco Giuseppe Sala. E Maurizio Martina, ministro e vicesegretario pd: «Un candidato presidente che si lancia in dichiarazioni così deliranti dimostra drammaticamente di non essere all’altezza della più importante regione del paese». Franco Mirabelli, senatore Pd: «È chiaro che la deriva della destra non ha più limiti, altro che moderati». Angelo Bonelli di Verdi Insieme: «Che razza di ignorante!». Dario Violi, candidato del M5S per la Lombardia: «Parole vergognose, pensi prima a fare pulizia nel suo partito». Riccardo Nencini, segretario del Psi: «Parla di razza bianca proprio come il governatore dell’Alabama sessanta anni fa». Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Pd: «Presentato come volto moderato della Lega, non è altro che un razzista». Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera: «Vergogna razzista». Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma: «È concepibile nel 2018 dover ribadire agli ignoranti che non esiste una razza bianca da difendere, a ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali?».


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REPUBBLICA.IT –
"Non possiamo accettare tutti gli immigrati che arrivano: dobbiamo decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società devono continuare a esistere o devono essere cancellate". Meno di una settimana fa, quando è stato scelto dal centrodestra come candidato governatore della Lombardia dopo la rinuncia di Roberto Maroni, Attilio Fontana è stato presentato e raccontato come il "leghista moderato", uomo di istituzioni e di governo, visti i suoi due mandati da sindaco di Varese (e uno da sindaco di Induno), l’incarico di presidente di Anci Lombardia, la presidenza del Consiglio regionale ai tempi di Formigoni. Ma in pochi giorni, allineandosi alle posizioni del suo leader Matteo Salvini, Fontana ha scelto posizioni tutt’altro che moderate, aprendo la diga a un mare di polemiche.

E per esporre la sua posizione sulla questione immigrazione, ha scelto un collegamento con Radio Padania, domenica mattina, durante la trasmissione ’Sulla strada della libertà’, condotta da Roberto Maggi. A una domanda sul tema, infatti, ha risposto senza mezzi termini che "uno Stato serio dovrebbe programmare e dire: noi vogliamo e riteniamo giusto che possono essere accolti 1, 100mila, 10 milioni di immigrati, dire come vogliamo assisterli, quali case, lavori e scuole vogliamo dare loro, a quel punto chiedere ai cittadini se sono d’accordo".

Fin qui, niente di diverso dalle tesi solite del centrodestra, anche di quello più moderato, appunto. Ma subito dopo Fontana attacca, con una frase netta di cui si è accorto per primo il blogger de L’Espresso Daniele Sensi, che già pochi giorni fa aveva raccontato della trasmissione in diretta di Radio Padania in cui si invitavano gli ascoltatori a chiamare per offendere Roberto Maroni, reo di aver criticato la linea di Salvini.

Quindi, ecco Fontana che spiega: "E’ un discorso demagogico e inaccettabile quello di dire che dobbiamo accettarli, è un discorso a cui dobbiamo reagire, dobbiamo ribellarci: non possiamo accettarli tutti. Vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale e etnica, perché loro sono molti più di noi, perché loro sono molto più determinati di noi nell’occupare questo territorio. Di fronte a queste affermazioni dobbiamo ribellarci, non possiamo accettarle, perché qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, ma logici e razionali: non possiamo perché tutti non ci stiamo, quindi dobbiamo fare delle scelte, decidere se la nostra etnia, razza bianca, società deve continuare ad esistere o deve essere cancellata, è una scelta. Se la maggioranza degli italiani dovesse dire noi vogliamo autoeliminarci vorrà dire che noi che non vogliamo autoeliminarci ce ne andiamo da un’altra parte".

Dopo che le polemiche sono esplose, Fontana ha provato a rettificare: "E’ stato un lapsus, un errore espressivo, un qui pro quo: intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un’accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società".


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ORIANA LISO, REPUBBLICA.IT –

La "razza bianca?" Va difesa dall’arrivo degli immigrati. Parola di Attilio Fontana, candidato del centrodestra alla guida della Regione Lombardia. Dichiarazioni fatte in una articolata conversazione ai microfoni di Radio Padania, in cui ha parlato di immigrazione, di "etnia", di ribellione, per poi definire il tutto "un lapsus" dopo che sono esplose le polemiche. Ma nel mondo della politica - a meno di cinquanta giorni da elezioni combattutissime - nessuno sembra voler accettare la retromarcia dell’ex sindaco leghista di Varese. A difenderlo c’è il segretario del suo partito, Matteo Salvini, che rilancia: "Al governo normeremo ogni presenza islamica nel Paese, siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. E’ in corso un’invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c’entra e c’è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire se prende il sopravvento l’islamizzazione finora sottovalutata".

Dal centrosinistra e dal Movimento 5 Stelle, invece, la condanna è netta. A partire dal segretario Pd Matteo Renzi, che proprio ieri era a Milano per sostenere lo sfidante di Fontana, Giorgio Gori: "Altro che farneticanti dichiarazioni sulla ’razza bianca’: il derby tra rancore e speranza è la vera sfida che caratterizzerà il 4 marzo, in Lombardia come nel resto del Paese. Ci aspettavamo un dibattito alto, bello, nobile, sui contenuti, invece il candidato della destra, leghista, parla di ’razza bianca’ e di invasioni". Con lui lo stesso Gori - "C’è chi parla di forconi e razza bianca. Noi parliamo di formazione, lavoro, crescita, Europa, senza isterismi e demagogia" - e il sindaco di Milano Beppe Sala, che ironizza: "Siamo all’inizio della campagna elettorale, chissà quale sarà il prossimo passo: probabilmente prima della fine della campagna Fontana dirà che tutti quelli che si chiamano Calogero e vengono dalla Sicilia hanno un mese di tempo per tornare a casa, se tanto mi dà tanto ...". Non lascia aperture anche il candidato premier del M5S Luigi Di Maio. Che, a Un giorno da pecora, dice: "Voglio chiedere a Berlusconi se Fontana resta ancora il loro candidato: uno che parla di difesa della razza bianca in italia nel 2018? Neanche Salvini era arrivato a tanto...". Con lui il candidato grillino al Pirellone Dario Violi: "Parole vergognose".

Da quando l’audio delle dichiarazioni dell’ex sindaco di Varese ha iniziato a girare sui social network, le reazioni indignate sono tantissime. L’intero discorso fatto ai microfoni della trasmissione "Sulla strada della libertà" ha colpito molto, non solo la parola"razza" -  e lo ricorda il deputato dem Ivan Scalfarotto - ma su questa punta anche la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, che chiede: "E’ concepibile nel 2018 dover ribadire agli ignoranti che non esiste una razza bianca da difendere, a 80 anni dalla promulgazione delle leggi razziali?".

E così il ministro Pd Maurizio Martina - "Fontana non è all’altezza di guidare la più importante regione del Paese" -, il capogruppo dem alla Camera Ettore Rosato - "Questa è la destra moderata? No, è una vergogna razzista", e lo stesso termine è usato dal segretario metropolitano Pietro Bussolati - e il deputato Pd Emanuele Fiano, che la mette sul piano politico, lanciando anche un messaggio non tanto trasversale ai possibili elettori di Liberi e uguali citando le parole di Fontana: "Per i signori a sinistra che pensano che il futuro della Lombardia sia giusto affidarlo alle divisioni nel centrosinistra: bravi compagni, continuiamo così". Risposta indiretta di Francesco Laforgia, capogruppo Mdp alla Camera: "Occorre ricostruire un legame con le fasce più fragili della popolazione rimettendo al centro questione sociale, lavoro e diritti. Altrimenti quei cittadini impauriti continueranno a votare a destra, a prescindere dalle scelte di alleanze che faremo noi". E Onorio Rosati, candidato governatore di Leu, aggiunge: "Ad uno che fa una dichiarazione del genere bisognerebbe chiedergli di ritirare subito la candidatura. E’ impensabileche un personaggio simile, proprio per le sue idee, possa diventare governatore della regione Lombardia".

Il centrodestra, però, fa quadrato. Mariastella Gelmini, coordinatrice lombarda di Forza Italia, commenta: "Conosco Attilio Fontana da tempo, è una persona seria e moderata, non un razzista. Si è trattato di una frase

 infelice della quale si è già scusato, non credo debba essere crocifisso per questo". E ancora: "Fontana ha chiarito e noi siamo certi che si sia trattato solo di un lapsus. Meglio così! ’Tutela razza bianca’ sono termini che non ci appartengono! Siamo per migrazione controllata nell’interesse di tutti, italiani e dei regolari Evitiamo inutili polemiche", scrive su Twitter Raffaele Fitto, presidente di Noi con l’Italia.