Corriere della Sera, 15 gennaio 2018
Grillo: non lascio il Movimento. Ma sulla scena c’è Casaleggio
MILANO Campagne parallele. I vertici del Movimento sembrano viaggiare su due binari distinti. Beppe Grillo e Davide Casaleggio stanno affrontando le settimane che precedono il voto in modo diametralmente opposto, quasi paradossalmente invertendo i loro ruoli. Chi è abituato al proscenio, come Grillo, sembra defilarsi. Chi invece ha sempre respinto i riflettori – è il caso di Casaleggio – si trova a vivere sotto le luci della ribalta. Il presidente dell’Associazione Rousseau nell’ultima settimana è stato molto spesso al fianco di Luigi Di Maio. Ha partecipato ad eventi con il candidato premier del Movimento a Milano (mercoledì alla presentazione del sito sulle leggi da abolire), Torino (sabato a pranzo e in visita all’azienda aerospaziale Altec) e Ivrea (ieri alla presentazione del candidato sindaco Massimo Fresc). Una presenza visibile, ma – come consuetudine – di poche parole. Ieri lo stratega ha solo annunciato: «Vorrei ripetere l’iniziativa «Sum» dell’anno scorso a Ivrea» (si parla di aprile per la seconda edizione). Nessuna intenzione di entrare nell’agone del dibattito politico.
Grillo, invece, dopo settimane di silenzio, è tornato a far sentire la sua voce. Ieri – in una lettera al Fatto Quotidiano – il garante ha smentito le voci di un suo passo d’addio: «Per me lasciare il Movimento sarebbe come per un jazzista darsi al liscio», ha scritto. E ancora: «Si vota fra meno di due mesi e dopo oltre 10 anni mi è girato il boccino così?». Una voce molto importante per i Cinque Stelle, quanto la sua presenza fisica. L’ultimo palco con Di Maio e Di Battista risale a ottobre, più di due mesi fa (alla manifestazione contro il Rosatellum). Questa settimana il garante sancirà la fine del suo sodalizio con la Casaleggio Associati e a fine gennaio tornerà in teatro con lo show Fake.
Intanto per il Movimento sta per iniziare una settimana cruciale. Il voto (delle Parlamentarie) è alle porte: tra domani e dopo gli attivisti pentastellati saranno chiamati a scegliere i futuri candidati a Montecitorio e Palazzo Madama. Su YouTube si registrano video di presentazione di centinaia di candidati. Molti saranno presenti alla kermesse su Rousseau in programma da venerdì a Pescara, a cui parteciperà il sociologo Derrick de Kerkhove. A tenere banco, però, sono ancora i botta e risposta della campagna elettorale. Di Maio ieri ha attaccato il presidente del Consiglio, critico nei confronti dei pentastellati: «Se Gentiloni vuole fare campagna elettorale lo dica chiaro e si dimetta». stoccate anche per gli avversari politici: «Sia Renzi che Berlusconi dicono che la battaglia è contro di noi. Ogni volta che dicono questo capisco che abbiamo già vinto».
Di Maio ha parlato anche di natalità e migranti («Non rassegniamoci alle poche nascite favorendo l’immigrazione. Prima sosteniamo le nostre famiglie che decidono di avere dei figli») e ha ribadito ancora possibili convergenze politiche dopo il voto nel caso i Cinque Stelle non raggiungessero il 40%: «Non vogliamo restare nell’angolo non vogliamo lasciare il Paese nel caos». Lega e Liberi e uguali non chiudono all’ipotesi.