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 2018  gennaio 15 Lunedì calendario

Ukip nella bufera per insulti a Meghan

Londra Se si trattava di un escamotage di bassa lega per rientrare nell’arena politica in vista delle prossime elezioni, magari l’Ukip poteva studiarselo meglio. Il partito indipendentista inglese, in queste ultime settimane, ha monopolizzato i titoli d’apertura dei maggiori quotidiani nazionali, ma non sempre con uscite in gran stile. Ieri, per esempio, nel giro di mezza giornata i vertici del partito si sono visti costretti a sospendere Jo Marney, la giovane neofidanzata ventinovenne del leader attuale dell’Ukip Henry Bolton, a causa dei commenti razzisti fatti sulla promessa sposa del principe Harry, Meghan Markle. I messaggi, inviati dal cellulare, sono stati pubblicati dal Sunday Mail. Marney, che è una Brexiter convinta e ha fatto per qualche tempo la modella, si è subito scusata «per il linguaggio scioccante utilizzato», ma ha precisato che tutti gli sms «sono stati estrapolati dal loro contesto ed esagerati dai media». «La Markle, con il suo seme da nera contaminerà la nostra famiglia Reale» dice uno dei text incriminati.
Le scuse non hanno convinto nessuno tanto che, qualche ora dopo, il presidente dei parlamentari indipendentisti ha chiesto a Bolton, di scegliere tra il partito e la sua amante. Per lei, Bolton aveva lasciato la moglie e i suoi 2 bambini con un laconico messaggino telefonico il 30 dicembre scorso e l’episodio già non era piaciuto. Adesso, la sua nuova passione potrebbe costargli il posto e sarebbe il quarto leader che questa forza politica cambia nel giro di 18 mesi. Ma c’è sempre Nigel Farage ad attendere dietro l’angolo. L’ex leader, che ha trascinato i suoi elettori verso la Brexit per poi andarsene subito dopo la vittoria a fare l’europarlamentare, è ritornato prepotentemente alla ribalta proprio mentre il suo ultimo successore stava cadendo in disgrazia. Con argomenti non sempre vincenti, va detto. Un paio di giorni fa ha dichiarato che appoggerebbe un secondo referendum su Brexit, per mettere fine al piagnisteo dei Remainers come Blair e Clegg, mentre ieri ha dichiarato all’Observer che lo storico risultato del primo voto potrebbe venir ribaltato dato che chi vuole rimanere in Europa ha ormai il pieno controllo del dibattito pubblico sulle future relazioni tra il Regno Unito e l’Unione. «Abbiamo smesso di lottare ha ammesso Farage e adesso i nostri avversari stanno facendo tutto il lavoro. Hanno la maggioranza in Parlamento e, se non ci riorganizziamo rischia o di perdere quella storica vittoria che fu Brexit». Sorprende che quest’imprenditore in bolletta, sulle cui spese da europarlamentare Bruxelles ha aperto un’inchiesta, non si sia addossato la responsabilità di quanto sta avvenendo. I messaggini hanno riaperto la partita ai vertici e c’è chi scommette che Farage sia pronto a riprendere il comando del partito.