il Giornale, 15 gennaio 2018
Non ha un lavoro l’80% dei 15mila candidati grillini
Luigi Di Maio ha perfettamente ragione quando afferma che «il M5S non è un taxi per approdare in Parlamento». Il candidato premier non sbaglia: il Movimento ha ormai assunto la forma di un’agenzia di collocamento. La creatura di Beppe Grillo offre una speranza (di impiego) a disoccupati, studenti e fannulloni. Insomma, a chi fino a ieri non aveva un reddito. Tutti provano a imitare Luigi di Maio e Alessandro di Battista: i due miti dell’universo grillino, che prima di varcare la soglia di Montecitorio avevano un reddito annuale che non superava i 3mila euro.
Quando il nuovo capo politico dei cinquestelle dichiara che il Movimento nella prossima legislatura triplicherà il numero dei parlamentari accende un’illusione in tanti giovani attivisti, senza un lavoro stabile. Che vedono nel M5s la strada per assicurarsi uno stipendio a fine mese. E non importa, se le regole dei grillini impongano la rinuncia a parte dell’indennità. Tanto per la maggior parte di loro anche una retribuzione di parlamentare dimezzata è grasso che cola. Non avendo nè arte nè parte. E così le parlamentarie, che nell’idea di Di Maio serviranno a selezionare le migliori energie del Paese, si sono trasformate in un «concorsone» pubblico per trovare un lavoro. Basta spulciare i curricula degli aspiranti deputati e senatori per capire come la vera sfida non sia cambiare il Paese ma solo la propria condizione economica.
Un esercito di 15mila disoccupati in cerca di un posto al sole: l’80% degli aspiranti parlamentari del M5s che ha partecipato alla selezione online per comporre le liste grilline alle Politiche, non ha un impiego. C’è lo stagista del progetto Garanzia Giovani che ora sogna una sedia in Parlamento. C’è il 40enne iscritto nelle liste dei disoccupati alla ricerca di una stabilità economica grazie all’indennità di deputato. Elisabetta Caldarola, 45 anni, di Barletta, è una precaria alle Poste che spera in un seggio alla Camera. Dalla Puglia, arriva Alessio Caretto Carozzo, ex operaio Ilva, in cerca di un nuovo lavoro. In Campania c’è Claudia Vellusi, avvocato di Pozzuoli che spera nel trasloco a Roma. Esperienze lavorative? Due. Entrambe nello staff del Movimento.
Disoccupati ma anche tanti riciclati. La verginità politica, prima della leadership di Di Maio, è stato uno dei pilastri del M5S. Oggi non più. Da giorni, in rete sta montando la polemica per la candidatura di due campani, vicinissimi al vicepresidente della Camera: Carmine Sautariello, in passato legato al partito Ncd di Alfano, e Luigi Falco, figlio del presidente del Corecom Campania Domenico Falco, eletto grazie ai voti del centrosinistra. Nella fase due del Movimento trovano asilo anche i reduci della destra: è il caso di Silvia Pispico, ex presidente dell’associazione Unidestra, folgorata dalla stella di Di Maio.