la Repubblica, 15 gennaio 2018
Le Regioni, al Pd piacciono macro
Roma Il numero magico è 100: cento le cose fatte e cento quelle da fare. Nel giorno che segna l’avvio della campagna elettorale del Pd, a Milano Renzi invita i militanti a «scrollarsi di dosso la paura e a scendere in campo con il coltello tra i denti, dicendo che siamo orgogliosi di quanto fatto e di quanto faremo». Contro l’ «incompetenza dei grillini» e contro il «remake berlusconiano», c’è il «cantiere di proposte per il futuro» sui cui il segretario dem punta in campagna elettorale. Poi in serata a Firenze, riunione con i fedelissimi perché nella “sua” regione vuole raggiungere il record di consensi. Il sogno è un risultato di collegio tra il 60 e il 70 per cento. «Nuotiamo controcorrente. si è creato un clima per cui si pensa che il Pd non ce la faccia. Commentatori e editorialisti hanno già votato ma non é cosi. Non stiamo a piangere o pensare a cosa fa D’Alema: lui fa quello che ha sempre fatto. Sono importanti i collegi perché tirano su anche il proporzionale, dobbiamo fare molto tam tam, evitare le polemiche, mostrare la squadra».
Ai punti di programma sta lavorando un team coordinato dall’economista Tommaso Nannicini. Il documento deve essere pronto per la Direzione di dopodomani. È diviso in linee guida e in focus. Ma al centro della discussione Renzi ripete che vuole mettere una cosa sola: «Lavoro, lavoro, lavoro, questa è la mia ossessione, per avere più posti – e il Jobs Act ne ha creati un milione ma anche più qualità». Quindi, le priorità sono il salario minimo legale tra i 9 e i 10 euro all’ora; la riduzione del cuneo fiscale di 3- 5 punti a favore dei neo assunti a tempo indeterminato; la contrattazione decentrata. Il carniere contiene altri progetti, a cominciare da cultura e università. Una proposta del ministro Carlo Calenda è in cima all’elenco: 400 milioni di euro aggiuntivi all’anno da destinare agli Istituti tecnici superiori ( Its) con l’obiettivo di raggiungere almeno 100 mila studenti iscritti entro il 2020. Sviluppo e competenze digitali sono l’orizzonte in cui muoversi. Più tempo pieno. Più soldi all’università. Fondo incrementato per la non autosufficienza. Sgravi fiscali robusti per famiglie con figli numerosi. No alla flat tax. Sì agli incentivi alle imprese in nome della green economy e di riconversioni produttive. L’abolizione del canone Rai, dopo le perplessità nello stesso Pd, è al vaglio.
Oggi e domani in agenda una riunione del gruppo composto dal ministro Graziano Delrio, dalla sottosegretaria Maria Elena Boschi, dai governatori del Piemonte e della Puglia Sergio Chiamparino e Michele Emiliano, dal vice segretario del Pd e ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina, dal Guardasigilli Andrea Orlando, dal sindaco di Pesaro Matteo Ricci. All’esame ci sono anche riforme istituzionali, a cominciare dall’autonomia delle Regioni. Se le Regioni del Nord vogliono più autonomia – è il ragionamento – devono pensare a unificazioni, ovvero a macro Regioni, ad esempio Marche e Umbria insieme. Il tema è caldo dopo lo “scatto” che in materia hanno compiuto Lombardia, Veneto e e Emilia Romagna. Potrebbe richiedere una modifica della Costituzione. Dopo la sconfitta al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 che ha costretto Renzi a dimettersi da premier, non è tempo però di tornare a toccare la Carta. Così anche per il nuovo assetto delle Province, l’unione di competenze tra Comuni omogenee: tutti cambiamenti ritenuti urgenti ma da fare con leggi ordinarie.