la Repubblica, 14 gennaio 2018
Il passo indietro di Lady Fisco. Orlandi guiderà l’Emilia Romagna
ROMA Ernesto Maria Ruffini riorganizza i vertici dell’Agenzia delle entrate, è pronto a nominare tre vicedirettori: Aldo Polito, Paolo Savini e Paolo Valerio Barbantini. Una operazione che segna l’uscita di scena, almeno dalle posizioni apicali, di Rossella Orlandi, Lady Fisco, combattiva direttrice dell’organismo cui compete la lotta agli evasori che da vice direttrice generale viene retrocessa alla guida dell’Agenzia dell’Emilia Romagna.
Sul piano formale l’operazione si è conclusa venerdì quando si sono chiuse le procedure del bando destinato a candidati interni ed esterni per la nomina dei nuovi vicedirettori (il cui numero è salito a tre con la legge di Bilancio del 2018). Il bando è andato deserto e la candidata più accreditata, appunto Rossella Orlandi che poteva vantare di aver occupato la posizione di direttrice generale per tre anni, ha ritenuto di non forzare la mano e di non candidarsi. «Torno a fare il direttore regionale, lavoro già fatto in passato e di cui sono orgogliosa», ha dichiarato ieri all’Adnkronos che ha anticipato la notizia del suo nuovo incarico dal prossimo 1° febbraio.
A dar man forte a Ruffini saranno così Aldo Polito, che si occuperà del personale e che è l’unico a provenire da una carriera esclusivamente interna; al suo fianco Paolo Valerio Barbantini, che si occuperà del dossier contribuenti e che proviene dell’Ocse; e Paolo Savini che si occuperà dei servizi e delle dichiarazioni precompilate.
«Preferisco restare all’Agenzia e svolgere il lavoro che so fare», aveva sempre detto Rossella Orlandi, che cade in piedi e paga forse il fatto di essere un pubblico funzionario senza coperture politiche. Quando fu nominata all’Agenzia nel giugno del 2014, in quanto toscana e per una sua partecipazione alla Leopolda, fu classificata come renziana. La linea del governo era quella di far dimenticare il torchio di Equitalia, le cartelle bruciate dai contribuenti e le storie drammatiche: Rossella Orlandi ha cercato di ristabilire l’immagine e la sostanza di un Fisco-amico. «Bisogna distinguere, tra evasori per dolo e per colpa», disse allora in una intervista a Repubblica e lanciò l’operazione precompilata e l’invio di lettere di avvertimento agli inadempienti prima di passare alle maniere forti. Buon rapporto con procuratori come Francesco Greco e il magistrato Raffaele Cantone, non ingoiò però l’aumento del tetto all’uso dei contanti da 1.000 a 3.000 euro. Nel giugno dello scorso anno Renzi la sostituì con Ruffini, ottimo tecnico, artefice della «chiusura» di Equitalia, e più in linea con le sue vedute. Fu nominata vice direttore, rifiutò l’offerta di Padoan di collaborare al Mef. Oggi torna alla direzione dell’Emilia. Era già stata alla guida del Piemonte: c’era la caccia agli scontrini del governo Monti e non esitò a saltare sugli sci per controllare i registratori di cassa dei rifugi.