Corriere della Sera, 15 gennaio 2018
Gatti da Nobel: il diario felino di Doris Lessing
Doris Lessing è stata una scrittrice amante dei gatti. Quasi tutte le fotografie che circolano la ritraggono, a varie età, in compagnia del suo felino di riferimento. L’ultima, Yum Yum, è diventata una celebrità, accoccolata con lei sul divano quando la scrittrice ha vinto il Nobel, nel 2007. Ai gatti della sua vita ha dedicato, nel 1967, una raccolta intitolata Gatti molto speciali che Feltrinelli ha ripubblicato in una bella edizione illustrata dalla spagnola Joana Santamans.
La prosa elegante della scrittrice è al servizio di questo memoir che mette ordine, nella forma del bestiario, a una vita cosmopolita: la nascita in Iran dove, a tre anni, raccoglie per strada il primo felino; gli anni della giovinezza, in Rhodesia; la maturità, fino alla morte, in Inghilterra. Non c’è soltanto l’idillio del gatto domestico in questo libro, ma anche l’enorme colonia che a un certo punto infesta la fattoria africana (il primo capitolo è per i forti di spirito), dove la natura e l’uomo possono essere crudeli allo stesso modo.
Doris Lessing osserva i gatti e i gatti la osservano. Non solo la micia nera e la micia grigia, compagne che tuttavia non riescono a diventare amiche, ma anche gli altri: quelli che visitano i giardini delle case londinesi, a Earl’s Court e poi a Hampstead, i randagi, gli ospiti che scavalcano il muretto di mattoni rossi sapendo che nessuno li caccerà. Ognuno ha qualcosa da dire, a volte da insegnare. Lessing li accoglie, affascinata soprattutto dal tema della maternità felina, sapendo che quel mondo misterioso dietro due occhi gialli rimarrà sempre inesplorabile.