il Fatto Quotidiano, 15 gennaio 2018
Ma mi faccia il piacere
Il colpevole era il detective. “Se qualcuno, chiunque sia o comunque si chiami, ha utilizzato informazioni riservate per far questo (insider trading sul decreto di riforma delle banche popolari, ndr), io stesso chiederò un’indagine rigorosa alla Consob e ad altri, così che pagherà fino all’ultimo centesimo e all’ultimo giorno” (Matteo Renzi, segretario Pd e presidente del Consiglio, Porta a Porta, Rai1, 3.2.2015). Uahahahahahahah.
Podismo. “Gasparri corre nel Lazio” (la Repubblica, 91.): Deve aver visto Forrest Gump.
Liberi e Umorali. “La continuità programmatica orgogliosamente proposta per il suo secondo mandato dal presidente Zingaretti e dai partiti che lo sostengono è per noi insostenibile, profondamente contraddittoria con le ragioni fondative politiche e sociali di SI” (Stefano Fassina, 2.4.2017). Per questi e altri motivi Liberi e Uguali, di cui Fassina è tra i fondatori, appoggia Luca Zingaretti per il suo secondo mandato.
Blu notte. “Andrò casa per casa, passo dall’auto blu alla Vespa blu” (Renzi, il Giornale, 9.1). Perchè ho una fifa blu.
Spernacchio. “Spelacchio, l’Anac di Cantone indaga” (dai quotidiani dell’11.1). “L’accusa della Corte dei Conti: ‘Spelacchio, danno d’immagine alla città’” (il Messaggero. 12.1). Ma la Procura di Roma, dico io, la Procura di Roma sempre così solerte, che aspetta a indagare Spelacchio per esercizio abusivo della professione conifera?
Multibosking. “Maria Elena Boschi sarà in lista in più Regioni, come gli altri” (Renzi, 8.1). Non appena avremo trovato qualche Regione che la vuole.
Trascinatrici di folle. “Dall’Europa pronte a tornare Bonafè, Moretti e Picierno” (La Stampa, 9.1). “Renzi: ‘Se parliamo solo di candidature’” (ibidem). Figurati quando parlerai di candidate.
Perfetta identità di vedute. “I 5 Stelle sono l’avversario da battere. La sinistra si è messa fuori gioco” (Silvio Berlusconi, leader FI, 2.12.2017). “Il nostro avversario è l’incompetenza dei 5Stelle: sfida Pd-M5S” (Matteo Renzi, 13.1). E diteci, diteci: c’è qualcosa che noi non sappiamo?
Il modello. “Gori può vincere. Sfruttiamo il modello milanese: se stiamo uniti possiamo prendere la Lombardia” (Giuseppe Sala, sindaco Pd di Milano, la Repubblica, 9.1). E Gori finisce sotto processo come me.
Il Serenissimo. “Salone del Libro, Fassino indagato: io sereno” (Corriere della sera, 9.1). Tanto i debiti li ho lasciati all’Appendino.
Se. “Raggi e Marino, se il falso non è uguale per tutti” (Carlo Bonini, Repubblica, 12.1). Infatti Marino era imputato anche di peculato, ed è stato condannato, Raggi è imputata solo di falso e non è stata ancora processata.
Il pranzo è servito. “Caso scontrini, due anni a Marino. L’ex sindaco: ‘Sentenza politica’” (Corriere della sera, 12.1). Più che altro, sentenza gastronomica.
Tutto Le Monde è paese. “Ora anche Le Monde si scusa con Berlusconi: ‘Non è un mafioso’” (il Giornale, 10.1). Per una volta che ne avevano azzeccata una.
Poveretta, come s’offre. “Caccia al babbo. Tiziano Renzi ha pagato per il ruolo politico del figlio, finendo in un corto circuito di infedeltà e manipolazioni. Romanzo criminale di una persecuzione giudiziaria” (Annalisa Chirico, il Foglio, 5.1). Traduzione in italiano: Matteo, ricordati di candidarmi, seggio sicuro, grazie.
Romani cioè romeni. “In questi giorni post-festivi la capitale d’Italia mi ricorda la Bucarest di Iliescu, quando il muro era caduto dappertutto ma non in Romania… nel 1996 le strade erano fredde, buie, piene di buche… ovunque accattoni molesti, venditori di paccottiglia, gente che dormiva per strada…” (Aldo Cazzullo, Corriere della sera, 10.1). Virginia, mi raccomando, la priorità è dare un tetto e un pasto caldo a Cazzullo.
Quizziloni. “Gentiloni: l’Italia non giochi a Rischiatutto” (Corriere della sera, 8.1). Meglio Il pranzo è servito.
Le grandi scoperte. “Santagata: comincio a pensare che Renzi non sia interessato a una coalizione attorno al Pd. Se si tratterà di fare il servo sciocco, ne dovrò prendere atto” (La Stampa, 11.1). Ecco, bravo, prendi atto.
Il tariffario. “Trentamila euro per un seggio in Forza Italia, 20 mila euro per correre con la Lega” (la Repubblica, 4.1). “Per la candidatura, i parlamentari uscenti devono al Pd 50.000 euro, i consiglieri regionali 40.000, i candidati al primo mandato 30.000” (Il Fatto, 11.1). Ma non si potrebbe semplificare un po’ come una volta, quando era tutto gratis e poi si arrotondava rubando?
Il titolo della settimana. “Cocaina nel bidet, condannato Spada” (Il Messaggero, 12.1). Dal famoso racconto “Lo Spada nella doccia”.