Il Sole 24 Ore, 13 gennaio 2018
Grande Coalizione in nome dell’Europa. Germania. Prima intesa Cdu-Csu-Spd
Addio alla vecchia Grande Coalizione. L’accordo preliminare raggiunto ieri da Cdu/Csu e Spd ha l’ambizione di chiudere tra qualche settimana (o mese) il “vero” accordo sulle basi di “nuova” grande coalizione, ribattezzata GroKo, che miri alla «rinascita» e al «rinnovamento».
Continua pagina 5 Francoforte
Continua da pagina 1 Una nuova “grande coalizione” che miri quindi a un’Europa più forte che serve anche a rafforzare la Germania e politiche di governo più aggressive nell’affrontare i problemi dei cittadini, dalle pensioni alle scuole, dalla formazione al digitale, investendo di più nelle infrastrutture e accogliendo la buona immigrazione ma con tetti.
L’importanza dell’Europa
Il documento del pre-accordo, lungo 28 pagine e firmato dai 39 negoziatori, apre con diverse pagine sull’Europa. Un’impostazione che rappresenta un’inversione a “U” di quella che sarebbe stata la Coalizione Giamaica e che faciliterà Martin Schulz nel delicato compito domenica 21 gennaio di ottenere il consenso dei membri del suo partito e della base, espresso prima di questa intesa preliminare apertamente contrari alla Grande Coalizione. Il rilancio sull’Europa servirà anche ad Angela Merkel per recuperare il terreno perduto in queste settimane di stallo politico rispetto all’accelerazione europea di Emmanuel Macron. La Merkel e la Germania intendono tornare saldamente alla guida delle riforme europee, e non come co-pilota.
Il documento dell’accordo preliminare dedicato all’Europa dunque, firmato dopo una maratona durata 24 ore, contiene già qualche dettaglio importante anche se bisognerà attendere le 100 e più pagine dell’accordo finale per capire bene cosa ha in mente la Germania sull’Europa. Per ora è stata messa nero su bianco la trasformazione del Meccanismo unico di stabilità (Mes o fondo salva-Stati) in Fondo monetario europeo, con un’indicazione non da poco per le sue implicazioni di inserirlo nelle leggi europee e di sottometterlo al controllo del Parlamento (lasciando aperta l’ipotesi di Parlamento europeo oppure nazionale, tedesco come ora). C’è anche un riferimento al budget europeo, che dovrà essere aumentato e con la Germania pronta a incrementare il proprio contributo, alla lotta all’evasione fiscale, alla necessità di far pesare di più l’Europa sullo scacchiere mondiale geopolitico. E come sempre, la Germania non ha perso l’occasione per ribadire il principio della solidarietà tra Paesi che vanno meglio e quelli che vanno peggio se si sposa però con la responsabilità.
La modernizzazione
Nella breve conferenza stampa per l’annuncio dell’intesa preliminare, i tre leaders politici di CDU, CSU e SPD hanno messo l’accento sulle principali preoccupazioni dei cittadini, che restano nonostante la Germania abbia un tasso di disoccupazione record, un’occupazione ai massimi storici e cresca oltre il 2%. Questa Grande Coalizione, che si presenta come “nuova” si occuperà delle pensioni e dell’invecchiamento della popolazione, tema caldissimo perchè la Germania è uno dei Paesi al mondo che sta invecchiando di più. Altri problemi che saranno affrontati con maggiore incisività rispetto al passato sono quelli della formazione (mancano lavoratori specializzati conil rischio di frenare la produttività), della digitalizzazione e del timore di chi ha contratti a termine che non saranno rinnovati. L’assistenza sanitaria è un altro fronte aperto dove si promettono progressi, come gli investimenti pubblici nelle infrasttutture.
La delusione sulle tasse
Dove i cittadini e gli elettori resteranno delusi da questo accordo è sul capitolo delle tasse perchè tutti hanno sperato in qualche riduzione forte o agevolazione. Quanto fatto sulla impopolare tassa sulla solidarietà per la riunificazione, secondo l’Ifo è ben poco: un taglio parziale di 10 miliardi nel periodo 2018-2021 è poca cosa mentre la riduzione delle tasse societarie non sembra farcela neanche questo giro.
L’accordo è innfondo un Grande Compromesso e non poteva essere altrimenti: solo così ilc entrodestra potrà convivere con il centrosinistra senza rischiare di far finta di governare e di bloccare la Germania per un quadriennio. «Il mondo non ci aspetta», aveva detto Angela Merkel: questo senso di urgenza, mentre i partiti estremisti crescono, si avverte ora anche in una Germania in pieno boom economico. E per gli europei resta la speranza che ci guadagneranno tutti, da questa Grande Coalizione, Europa e Germania.
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