La Gazzetta dello Sport, 13 gennaio 2018
Cassano rilancia: «Non sono un ex»
Da stella del calcio a papà a tempo pieno il passo può essere anche breve. Con seicentoquindici giorni di inattività sulle spalle e a 35 anni e mezzo sarebbe anche logico collocare Antonio Cassano nella galleria di una generazione di fenomeni, da Del Piero a Totti a Pirlo che a un certo punto, per scelta personale o un po’ forzata, hanno fatto un passo indietro.
VOGLIA E ORGOGLIO Ma nella mente del barese, dotato di orgoglio smisurato, quantomeno pari alle magie che ha messo in mostra in campo in 19 anni di carriera, non è ancora giunto il momento di dire basta, dell’addio al calcio. Si è dato ancora un pò di tempo. Negli ultimi due anni Cassano ha avuto più tempo, rispetto al passato, per gli affetti, la famiglia, le passeggiate in zona Quinto con sua moglie Carolina (tornata di recente a giocare in A1 col Rapallo) e i bimbi Christopher e Lionel, però la voglia di giocare non gli è ancora passata, né è spaventato dagli effetti della lunga sosta sul suo fisico. «Il talento è qualcosa di innato e non va allenato, non si perde, il problema è di chi non ce l’ha», ama ripetere.
PAZZA ESTATE E l’ultima pazza estate, l’incredibile luglio che lo ha portato in 17 giorni, tutto compreso, a firmare per il Verona con grande entusiasmo e poi a risolvere il contratto per mancanza di stimoli, è già dimenticata. Cassano in questi mesi non si è mai staccato dal calcio: ha continuato ad allenarsi, due volte al giorno, da solo al centro sportivo di Lavagna, anche il tennis lo ha aiutato a tenersi in forma, a dicembre si è concesso una mini vacanza in montagna, e poi l’immancabile abbuffata di partite in tv con un pizzico di malinconia verso la sua Sampdoria e il tifo vero per l’amata Inter.
PROGETTO Da svincolato Cassano in questa finestra di mercato può accasarsi fino a febbraio. È arrivata qualche chiamata dall’estero (Francia, Belgio, Cina) ma dopo averle valutate personalmente (non ha agente) non le ha prese in considerazione. Il Benevento, tramite il patron Vigorito, in maniera pubblica ha più volte manifestato l’intenzione di coinvolgere Fantantonio nel miracolo salvezza. Antonio aspetta un progetto che gli faccia tornare la voglia di rimettersi in gioco, soprattutto di soffrire. Entella, Parma, Spal, Sassuolo sono piazze (gradite) che lo porterebbero a non allontanarsi eccessivamente da Genova (condizione importante) e lo convincerebbero a tornare per quella che con gli amici più stretti ha definito come «L’ultima sfida» perché è «convinto di poterla vincere. Non ho mai avuto un infortunio importante in carriera e posso dare ancora tanto al calcio. Sono pronto: peso 85 chili, proprio come quando ero alla Samp». Certo, più passa il tempo più concretamente sarà difficile vederlo in campo. Per un eventuale futuro nel mondo del calcio Cassano alla «Gazzetta» aveva svelato il sogno di diventare direttore tecnico, un tramite tra squadra e club occupandosi anche del mercato («Perché io di calcio me ne intendo e i giocatori li conosco tutti») e non va escluso per lui un domani televisivo. Ma l’argomento non l’ha ancora preso seriamente in esame. Cassano nella mente si sente ancora calciatore, si ritiene ancora in grado «di fare la differenza», perché il suo è un atto di amore verso il calcio che gli fa ancora affermare con tono fiero: «Cassano smette? No, Cassano non molla».