la Repubblica, 13 gennaio 2018
Un padre da battere: il tennis capovolto da Federer e figli
Ci voleva Federer perché ai papà non restassero solo le briciole. C’è stato un tempo in cui non si poteva neppure immaginare che un padre o una madre, da veri snaturati, continuassero la loro carriera sportiva ad alto livello dopo aver dato alla luce un bambino. E magari riuscivano pure a vincere: «Ma non si vergogna quella lì?». Ce l’avevano con Fanny Blankers- Koen, la mammina volante dei Giochi di Londra del ’48. «Quando ti nasce un figlio, il campo da tennis diventa improvvisamente più stretto e non ti entra più una palla». Lo diceva Pete Sampras a Novak Djokovic poco prima della nascita di Stefan Djokovic. In realtà Sampras tirava acqua al suo mulino. Cercava di sostenere la tesi che il campione che diventa padre perde slancio perché fu lui a perdere slancio una volta diventato padre. E proseguiva: «È meglio che Nole provveda prima a sistemarsi nella nuova vita e poi a riconsiderare il tennis. Non ha idea di cosa siano le “sleepless nights” e quanto possano incidere sul corpo di un atleta. Ma presto se ne accorgerà». Sampras era convinto che «nessun tennista sano ed equilibrato» avrebbe mai anteposto i figli alla vittoria in uno Slam. L’aveva fatto Jimmy Connors alla nascita di Brett ( tre Slam vinti da padre). Ma Sampras non ha mai ritenuto che Connors fosse da considerare «un tennista sano ed equilibrato». La storia dava ragione a Sampras. Una volta sembrava davvero così. Padri a casa in ciabatte davanti alla televisione e scapoli in finale a giocarsi i titoli. I fatti dimostravano che la paternità nuoceva a un tennista almeno quanto emergeva dalla teoria «sul testosterone nei padri attivi» di Peter Ellison, docente di biologia dell’evoluzione umana ad Harvard: «La cura dei propri cari», scrisse nel 2011, «è essenziale per la vita di un padre, ma questa prassi abbassa i livelli di testosterone ancora più drasticamente di quanto non faccia già da sola l’età del soggetto. E con il testosterone si perde competitività». Chiaro no? Sembrava quasi che il dott. Ellison avesse consultato gli annali del tennis. Perché andando a ritroso dal 2009, si scopre che solo 10 dei precedenti 115 Slam erano stati vinti da tennisti con prole ( Connors 3 volte, Cash, Gomez, Becker, Korda, Kafelnikov, Costa e Agassi): l’ 8.6%. Mentre le madri che hanno vinto Slam sono tuttora tre ( attenta Serena!): Margaret Court, Evonne Goolagong e Kim Clijsters. Negli ultimi otto anni la faccenda del testosterone che scende non regge più. I campioni resistono all’impatto di figli e ormoni in fuga. Qualcuno migliora. Per esempio Federer. Serena sostiene che la figlia le abbia «tolto l’ansia». Adesso deve dimostrarlo. Djokovic spiegò che Stefan aveva «aggiunto dettagli sconosciuti prima e soprattutto infuso coraggio».
Mentre aveva lasciato intatta la macchina psico- fisico- tecnica. Federer vinse Wimbledon nel 2009 23 giorni prima di diventare padre delle gemelle. Ma tre mesi prima fosche nubi si erano addensate sul suo futuro. E il primo a soffiarci sopra fu proprio l’amico e collega Ivan Ljubicic, che adesso è il suo coach. «Sarà uno shock per Roger diventare padre, dovrà riprogrammare tutto, avrà nuove priorità, proprio non vorrei essere nei suoi panni». Ljubo sarà felice di aver preso una cantonata. Con la vittoria di Roger a Parigi nel 2010 comincia la riscossa dei padri. «La carriera si allunga», spiega Nick Bollettieri, «diventi padre all’età giusta e l’evento non stravolge i tuoi equilibri». Viaggiano in gruppo, non hanno problemi a stipendiare eserciti di tate. E questo rende più dolci le trasferte, anche le più lunghe. È così che i “padri” hanno cominciato a rivoluzionare il tennis ( Federer, Djokovic, Murray, Wawrinka). I genitori prestati al sudore e alle folle si sono aggiudicati 13 degli ultimi 32 Slam a disposizione: il 37,5%. In pratica hanno vinto tutto quello che c’era da vincere, se escludiamo ciò che si presero da “single” Djokovic e Murray, le vittorie di Nadal e lo Us Open conquistato da Cilic. Per l’Australian Open che inizia la prossima settimana, i “fab four” con marmocchi al seguito si sono ridotti a tre e due di questi (Nole e Stan) non hanno la più vaga idea di come stiano realmente. Federer è il padre da battere. Quanto a Murray, fino a 5 giorni fa era a letto con i panda disegnati sul pigiama. Il suo problema è l’anca operata. Non le sue bellissime figlie.