la Repubblica, 13 gennaio 2018
Domande e risposte sull’accordo in Germania
• Quali sono i punti dell’accordo in Germania?
A sorpresa il primo punto dell’accordo-base per la formazione di una nuova Grosse Koalition (in italiano “Grande coalizione”, ossia l’alleanza tra i due principali partiti tedeschi, la cristianodemocratica Cdu di Merkel e i socialdemocratici Spd guidati da Martin Schulz) riguarda l’Europa: sì a un ruolo più solidale della Germania, anche dal punto di vista finanziario, sì alle proposte di riforma di Macron e sì a un “patto sociale europeo” con tanto di fondo di stabilizzazione. Questi obiettivi rappresentano un successo per Martin Schulz, che aveva chiesto «un nuovo inizio», ossia un cambio di rotta, nei rapporti con l’Ue. D’altronde, la Spd ha dovuto cedere sulla richiesta di una maggiore pressione fiscale sui redditi alti, compensati però dall’abbassamento del “Soli”, ossia del prelievo di aiuto per i Länder (regioni) dell’est, a vantaggio dei redditi medi e bassi per un totale di 10 miliardi di euro fino al 2021. Importanti, sulla carta, le intese sul welfare: previsti un sussidio minimo per gli stipendi ultra-bassi e importanti investimenti su sanità, istruzione e ricerca. Per quanto riguarda il clima, accordo sul taglio delle emissioni Co2 del 40% entro il 2030. Sull’immigrazione, invece, il flusso di migranti dovrà essere contenuto tra i 180 e i 220mila l’anno: determinazione sufficientemente vaga per accontentare tutti.
• Che cosa succede adesso?Dopo la trattativa notturna tra i vertici di Cdu/Csu e Spd, tra ieri e oggi sono le segreterie di partito a “certificare” l’intesa. Il 21 gennaio si terrà invece un congresso straordinario Spd con 600 delegati, cui seguirà la consultazione dei militanti del partito. A quel punto si terranno le trattative vere e proprie nel merito dei singoli provvedimenti, che culmineranno in un apposito “contratto di coalizione”. Il nuovo governo? Entro Pasqua, se tutto va bene.
• Qual è stato il ruolo del presidente Steinmeier?
Ha fatto scalpore il ruolo “interventista” del presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier: subito dopo il fallimento delle trattative per la coalizione “Giamaica” (Cdu/Csu più i liberali Fdp e i Verdi), il capo dello Stato federale aveva convocato Merkel, Schulz e il leader bavarese Seehofer (Csu, il partito “fratello” della Cdu in Baviera), spingendoli a tornare al tavolo nell’interesse nazionale. Idem giovedì scorso, quando il vertice Cdu-Spd sembrava segnare il passo: «Senso di responsabilità», ha tuonato il presidente.