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 2018  gennaio 13 Sabato calendario

Le unghie, dettagli fatti ad arte

La colorazione come rito legato alla festa, eseguita con l’henné nel giorno delle nozze presso gli antichi testi assiri. O come abbellimento del corpo del defunto, nelle mummie egizie. Poi, nei secoli, lo stile nudo, virginale, a farsi simbolo di purezza e modestia, quasi una prova di onestà agli occhi degli uomini. E, al contempo, l’uso dei colori accesi, limitato alle cortigiane, per sollecitare gli sguardi di quegli stessi uomini che invece pretendevano la morigeratezza dalle mogli, perfino sulle dita. E così via, di secolo in secolo, fino ad arrivare in epoca moderna, alla libertà di forme, lunghezze e colori, tra seduzione e autonomia, vezzi da femme fatale o scelte minimali e puriste di donne indipendenti alla ricerca di spazio per esprimersi in ambienti e società al maschile.LO SPECCHIO
Di opera in opera, dai dipinti alle sculture, le unghie illustrano storie e canoni di bellezza, moda, cultura. L’arte testimonia gli usi e svela i simboli nascosti nella pratica di curarle, mostrando le diversità tra epoche, soggetti e significati. Tra quotidiano e ideale. «Le unghie raccontano di noi, della nostra salute ma pure di quello che facciamo, le nostre attività e le nostre nevrosi – dice Massimo Papi, specialista in dermatologia, ideatore e curatore di DermArt, che al tema Le unghie nell’arte ha dedicato il primo appuntamento 2018 di Questioni di pelle, in dialogo con lo storico dell’arte Vittorio Maria de Bonis – Basta pensare alle figure di Caravaggio, dove le unghie non nascondono sporcizia, lesioni e traumi dovuti alle occupazioni dei soggetti raffigurati o ai ritratti di Egon Schiele, dove le unghie sono spesso dipinte molto chiare, a sottolineare uno stato di sofferenza grave. Gli artisti non le trascurano ovviamente come elemento iconografico di seduzione».GLI ESEMPI
Tutto è documentato: sono unghie tinte, lunghe o corte, seduttive, magari lesionate. A volte, perfette, come solo l’arte può fare, arrivando perfino a proporre modelli per le mani di lui e di lei. «Le più belle, al femminile – spiega De Bonis – si possono ammirare nelle opere di Bronzino: sono delicate, curate, perfette appunto. Si vedono nelle immagini di Venere e in quelle di donne come Eleonora di Toledo. Bellissime pure quelle eseguite da Jan van Eyck nel Ritratto dei coniugi Arnolfini. Per quelle maschili, il riferimento è sicuramente Michelangelo. Un esempio per tutti, quelle del David. Le unghie sono uno degli elementi caratteristici dei suoi capolavori, un po’ come i colli lunghi di Modigliani. Sono rettangolari, regolari, piatte, molto maschili. Michelangelo estrae la perfetta forma e ne fa norma d’arte».
Attraverso le unghie però l’arte non detta solo regole ma racconta storie e realtà diverse. «Nel ritratto del Cardinale Decano di Scipione – aggiunge Papi – il soggetto appare in salute ma le unghie della mano scarnita rivelano, in modo evidente, nella forma a cucchiaio immortalata dall’artista un’anemia sideropenica». Su tela e nel marmo, le unghie tracciano anche una storia sociale. «La modalità di laccarle c’è sempre stata – prosegue de Bonis – si vede già negli antichi popoli del Mediterraneo. Le unghie diventano più lunghe intorno al Seicento/Settecento. Fino al 1800 però è rarissimo trovarle colorate nei ritratti ufficiali, perché ad essere rappresentata era la modestia virginale testimoniata pure dalla scelta di tonalità naturali, avorio. Sarebbe molto strano vedere una Gioconda con lo smalto. L’uso di laccarle era diffuso tra le cortigiane. Le unghie lunghe, tinte, adunche, aggressive se così possiamo dire, nel nostro immaginario attuale rimangono codificate come segni di una donna seducente, dominatrice e felina. Una donna bambola».LA PRATICITÀIl Novecento rinnova il gusto. «Picasso tinge le unghie di talune sue figure femminili. A sdoganare pienamente il colore, però, è la pop art. Tom Wesselmann raffigura donne con labbra e smalti dalle tonalità accese, facendoli diventare simbolo di consumismo e modernità, lusso e trasgressione per tutti». E oggi? «Oggi si vedono molte unghie corte, tinte in colori scuri come nero o blu. È uno stile nuovo, che in realtà ha una lunga storia. Durante la prima guerra mondiale, le donne sono andate a lavorare nelle fabbriche e hanno modificato il loro look, rendendolo più pratico. Così le unghie, da sempre considerate un vezzo, si sono accorciate e sono state tagliate in modo maschile, diventando anche un’attestazione di autocoscienza femminile».