Il Messaggero, 13 gennaio 2018
Nuova svolta in Arabia Saudita: anche le donne entrano allo stadio
L’Arabia Saudita, ieri, ha vissuto un nuovo momento storico nella lenta ma progressiva emancipazione femminile: per la prima volta le donne sono entrate in uno stadio per assistere a una partita di calcio. La decisione era stata annunciata lo scorso 29 ottobre e rientra nel processo di riforme, sia economiche sia sociali, avviate dal giovane principe ereditario Mohammad Bin Salman, al cui pressing si deve la firma di re Salman su decreti reali considerati rivoluzionari. L’Autorità generale dello sport ha diffuso i nomi degli impianti sportivi e delle partite aperte anche alle tifose: lo stadio internazionale re Fahd a Riad, lo stadio re Abdullah a Gedda e lo stadio principe Mohammad bin Fahd a Dammam.
Il primo incontro si è svolto ieri sera, a Gedda, tra Al Ahli e Al Batin, mentre stasera è in programma quello nella capitale tra Al Hilal e Al Ittihad, poi giovedì quello a Dammam tra Al Ittifaq e Al Faisali. Nella capitale – con la squadra Al Hilal che è la più seguita del paese – sono 14mila i posti messi a disposizione. E con gli spalti si è aperta anche la macchina dei gadget. Le squadre, riportano i media locali, hanno messo in vendita a prezzi scontati t-shirt da donna per attirare le tifose anche in vista dei Mondiali di calcio, che saranno inaugurati dalla partita Russia-Arabia Saudita il 14 giugno a Mosca, un evento attesissimo nel regno. IL BOOM
Lo sport è uno dei settori in cui è maggiormente visibile il programma di riforme sociali su cui il giovane erede al trono tanto sta investendo. In questo contesto va letta una storica nomina, quella della principessa Reema Bint Bandar (43 anni) prima alla vice-presidenza dell’Autorità Generale dello Sport e poi alla guida della Federazione delle comunità sportive. È così che l’Arabia Saudita sta conoscendo un vero boom sportivo femminile.
L’Arabia Saudita resta ancora un paese non semplice per le donne, vista la rigida separazione tra i sessi osservata nel wahhabismo, la versione ultra-ortodossa del’islam in vigore in Arabia Saudita. Divisione rispettata anche adesso negli stadi. Ma Gedda è stata teatro di un altro evento storico: giovedì si è aperto il primo salone dell’automobile dedicato alle donne. Una iniziativa che arriva dopo la rivoluzionaria decisione di porre fine al divieto femminile alla guida. I NUOVI LAVORI
Organizzato nel commerciale Le Mall, l’evento ha attratto decine di donne, che si sono scatenate in selfie. E con l’arrivo delle prime patenti attese per giugno, in Arabia Saudita si fanno strada nuovi lavori. Esemplare è il caso di Mervat Bukhari, che è la prima donna benzinaio nel regno: la sua stazione si trova lungo l’autostrada che porta a Dammam, nella Provincia orientale. I cambiamenti che vedono protagoniste le saudite c’è anche il turismo, in particolare quello religioso, ospitando il regno le due prime città sante dell’islam: Medina e La Mecca. Proprio nella seconda (che custodisce la Ka’ba con la Pietra Nera, punto più sacro per i musulmani) da marzo c’è una guida turistica al femminile: Ayesha Khaja. Dopo l’economia (e la prima donna a capo della Borsa valori di Riad, Sarah al Suhaimi) l’altro campo in cui le saudite stanno scalando importanti gradini è quello diplomatico: a settembre Fatimah Baeshen è diventata portavoce dell’ambasciata del regno a Washington.