Il Sole 24 Ore, 11 gennaio 2018
Sulla realtà virtuale i colossi pronti al rilancio
Alla fine la realtà virtuale si è virtualizzata. Protagonista assoluta nel 2017 del Consumer electronic show quest’anno aveva puntati gli occhi di tutti. I caschetti che permettono di entrare in un mondo in tre dimensioni non hanno fatto il boom sperato. Gli analisti continuano a essere ottimisti. Anzi, entusiasti.
Secondo l’osservatore di cose tecnologiche Idc il mercato combinato di visori per la realtà aumentata e virtuale nel 2017 ha raggiunto un totale di 13,7 milioni di unità vendute, salirà fino a 81,2 milioni nel 2021 con un tasso di crescita medio composto annuo pari al 56,1 per cento. Gli ultimi dati della società Canalys, le stime si riferiscono al mercato globale nel terzo trimestre dell’anno, vedono però in testa alla classifica dei maggiori produttori Sony, che ha consegnato oltre 490 mila PlayStation Vr. A seguire Oculus di Facebook, che ha consegnato 210 mila visori Rift, e HTC con 160 mila Vive. Parliamo quindi di numeri bassissimi se escludiamo le performance di Playstation Vr nel mondo dei videogiochi. Che però, resta un mondo a parte che vive della possibilità di avere software ed esperienze dedicate.
Oculus, Htc, Daydream di Google, insomma tutti gli attori era attesi qui a Las Vegas per dare un segnale, un colpo di reni, lanciare un messaggio al proprio pubblico di fedelissimi. Le buone notizie sono due. La prima è che la realtà aumentata e virtuale non è morta. Anzi, nel prossimo anno comincerà a diventare una frontiera più consistente. La seconda che i nuovi caschetti sono diventati più potenti e finalmente sono scesi di prezzo. Lo dimostrano gli annunci di queste ore.
La novità più attesa era quella di Htc Vive, il sistema della realtà virtuale casalingo più avanzato e più costoso sul mercato. È stata presentata in queste ore la seconda versione del noto visore. Htc Vive Pro non vivrà senza essere attaccato da un cavo a un Pc. Il nuovo visore ha inoltre aumentato la risoluzione dei display OLED, che passano ora ai ben più definiti 2880 x 1600px. Si tratta di un aumento della risoluzione del 78 percento. Questo almeno aumenta considerevolmente la resa grafica complessiva dei titoli in Vr. Provato a Las Vegas offre delle performance fuori dal comune. L’altra novità di peso è legata a Lenovo che ha appena presentato il nuovo visore VR standalone Lenovo Mirage Solo basato su piattaforma Google Daydream. Si tratta del primo visore VR autonomo ad utilizzare un nuovo chipset di Qualcomm: il SoC Snapdragon 835 VR. Il grande vantaggio del Lenovo Mirage Solo è che si hanno sei gradi di libertà – ovvero ci si può muovere in su, in giù, in avanti, indietro, a sinistra o a destra – senza essere a un personal computer. Il prezzo non dovrebbe superare i 400 dollari.
L’altro gigante del Vr che non è presente al Ces ma ha fatto moltissimo parlare di sé è Magic Leap. La startup fondata da Rony Abovitz e finanziata per 1,9 miliardi di dollari da società come Google, Warner Bros., Alibaba e altre ancora ha presentato la settimana scorsa Lightwear. Apparentemente sembrano occhiali per piloti di biplano. Non si conoscono le caratteristiche tecniche ma chi l’ha provato ha detto che personaggi e oggetti virtuali proiettati nel campo visivo sono talmente realistici da essere quasi indistinguibili dalla realtà. Merito di un microchip che simula il campo luminoso fa percepire all’occhio gli oggetti di pixel come fossero dotati di consistenza e ombre coerenti con l’ambiente circostante. Sappiamo che funzioneranno con un computer portatile denominato Lightpack, e un’interfaccia chiamata Control. In ogni caso i produttori di caschetti qui a Las Vegas ci sono e ci credono. E sono corsi in massa. Dai Vuzix Blade, non a caso tra i premiati per l’innovazione, ai Realmax che arrivano da Shanghai, ai MAD Gaze di Hong Kong.