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 2018  gennaio 12 Venerdì calendario

Helen Mirren: «Gli americani sono troppo organizzati. Meglio lo stile italiano e rumoroso di Virzì»

LOS ANGELES Era la mia prima volta con un regista italiano e una troupe italiana, ed è un’esperienza che rifarei di corsa», esclama convinta Helen Mirren, 72 anni.
Capelli bianchi corti, un’energia invidiabile (anche se lamenta di aver messo su recentemente qualche chilo di troppo) mentre parla del film Ella & John: The Leisure Seeker di Paolo Virzì, in uscita sugli schermi italiani il 18 gennaio. La pluripremiata Mirren, sposata con il regista Taylor Hackford con cui vive girovagando fra la loro masseria in Puglia, Londra e New York, nel film di Virzì è Elle, malata terminale di cancro, che si imbarca in un ultimo viaggio con l’adorato marito John (Donald Sutherland), affetto da Alzheimer, a bordo del loro camper attraverso l’America: «È il mio modo preferito di fare film».
Cioè?
«Gli americani sono così organizzati e corretti e ti dicono sempre quello che puoi e non puoi fare. Lo stile italiano è molto più libero, mi sono sentita perfettamente a mio agio in quella modalità, per quanto rumorosa! (ride)».
Ha mai fatto un viaggio on the road come Ella e John?
«Uno solo, con mio marito: abbiamo guidato da New Orleans alla costa est attraverso il sud e mi è piaciuto moltissimo.
Avevamo un cane, compravamo mobili per strada, dormivamo in piccoli b&b. Ma non abbiamo mai avuto un camper, anche se io l’ho sempre desiderato».
Com’è stato lavorare con Donald Sutherland?
«Avevamo girato insieme una sola volta, quasi 30 anni fa, nel film Bethune – Il mitico eroe, ma avevamo poche scene. In Ella & John abbiamo dovuto creare in una settimana un rapporto che deve sembrare esista da 50 anni!
Per fortuna Donald è un uomo molto sensibile. Non è uno chiuso, se è arrabbiato o felice si vede subito, senza mezzi termini».
Virzì dice che lei è piena di perle di saggezza...
«La saggezza, se quella è la giusta parola, è quella che viene con l’età, il saper lasciar andare le cose che sembrano così importanti quando sei giovane.
La paura è quella di diventare incapace e dipendente dagli altri, come succede al personaggio di Donald. Ci vuole coraggio, e la consapevolezza che morire fa parte del tuo destino».
Lei ha mai paura?
«Sempre. Sono perennemente spaventata, anche se ho trovato modi di affrontare la paura.
È ridicolo. Ho timore di tutto.
Siamo tutti così insicuri! Sono molto sospettosa di gente che non è insicura, penso che non abbiano immaginazione!».
Cosa pensa dell’idea di Oprah Winfrey presidente Usa?
«Sarebbe meraviglioso. Ma vorrei anche vedere una donna vice presidente e avere un governo formato almeno per metà da donne. Il movimento lo chiamano “Time’s up” ma io lo chiamo “About time!” (era ora!). È un vulcano che stava bollendo e finalmente è esploso. Ma ci è voluto molto più di quanto mi aspettassi. Tanta gente mi ha chiesto “cosa diresti a te stessa giovane, o a tua figlia?”. E io ho risposto che se avessi una figlia le insegnerei a dire “vaffanculo”, e la spingerei a dirlo con forza.
Le donne dovrebbero imparare quelle parole. Questo è il mio momento del vaffanculo».