la Repubblica, 12 gennaio 2018
Case ai padri separati con l’ 8 per mille. «Venite a viverci con i vostri bambini»
Città Del Vaticano Come in Kramer contro Kramer, il film del 1979 tratto da libro di Avery Corman, spesso dopo le separazioni restano solo macerie. In particolare quelle dei padri, costretti a combattere con l’indigenza se non, addirittura, a vivere per strada dormendo in macchina. Se ne sono accorte tante diocesi italiane che da qualche mese hanno deciso di utilizzare per i separati e i divorziati i fondi dell’8 per mille destinati alla carità. L’ultima diocesi in ordine di tempo è Albano. Sabato, monsignor Marcello Semeraro, vescovo della cittadina laziale e segretario del C9, il Consiglio dei cardinali che aiuta il Papa nella riforma della Curia, inaugurerà la casa “Monsignor Dante Bernini”. Situata sul litorale di Tor San Lorenzo, ospiterà otto uomini ( sette gli italiani) divorziati e separati – «non faccio distinzioni», dice Semeraro – che potranno vivere lì anche con i propri figli durante il tempo in cui sono loro affidati.
«La carità non va in vacanza», disse Francesco a Varginha, nel 2013, durante una visita nella favela di Rio de Janeiro. Lo sanno i tanti presuli che tutti i giorni vedono padri separati bussare alle proprie porte. Spesso usano le mense della Caritas per mangiare insieme ai figli. Ma la sofferenza più grande, per loro, è non avere un luogo in cui poter vivere insieme, una casa in cui poter dormire assieme.
Dal 2013, a Fano, grazie a 65mila euro messi a disposizione dalla Cei, la parrocchia San Cristofaro ha potuto realizzare un centro di accoglienza per quelli che il parroco, don Mauro Bargnesi, fondatore della casa “Padre sempre”, definisce «i nuovi poveri». Così a Foggia, la diocesi ha messo a disposizione quella che per molti anni è stata la Casa del clero. Per i separati, è stata prevista anche una «coppia tutor» incaricata di cercare di migliorare il rapporto con la coniuge e i figli. Per i vescovi, infatti, così anche ad Albano, lo scopo non è soltanto quello di dare accoglienza, ma se possibile di aiutare i separati a recuperare il rapporto interrotto.
La “Casa Francesco” per padri separati di Prato è stata inaugurata dalla Caritas della parrocchia di Santa Maria delle Carceri con l’associazione “Insieme per la famiglia”. Ha spiegato monsignor Carlo Stancari: «È una riposta ai papà separati. Esistono strutture per minori o donne ma non per quegli uomini che si sono divisi dalle rispettive mogli. Queste persone hanno subìto un fallimento affettivo con la separazione, ma è giusto che continuino ad avere un rapporto con i loro figli. Abbiamo voluto, quindi, dare una risposta, un aiuto a quei papà che hanno uno o più figli».
La Caritas di Palermo ha messo a disposizione un appartamento. La struttura può ospitare fino a dieci persone. Anch’essa si avvale dei fondi dell’ 8 per mille e rientra nel programma “Housing first” che coinvolge 15 Caritas siciliane. Michele – il nome è di fantasia – è stato il primo padre separato a essere accolto. Quando ha bussato alle porte del centro d’ascolto aveva 51 anni. Aveva perso il lavoro e dopo mesi di crisi con la moglie, con cui è sposato da 30 anni, era in fase di separazione. Dopo la permanenza nell’appartamento ha ritrovato il lavoro ed è riuscito a riavvicinarsi alla moglie. Dice: «Essermi ritrovato a 50 anni senza un’occupazione, dopo aver lavorato una vita intera e con le difficoltà economiche che un licenziamento ha comportato, è stato anche motivo di forte crisi familiare e coniugale. Adesso desidero ricostruire la mia famiglia».