la Repubblica, 12 gennaio 2018
L’Ue vuole riscrivere il patto con l’Iran anche senza gli Usa
BRUXELLES Sale il pressing europeo perché Donald Trump non affondi l’accordo sul nucleare iraniano. Il presidente Usa nelle prossime ore dovrà comunicare la sua decisione finale. Per questa ragione ieri Federica Mogherini, l’Alto rappresentante dell’Unione, ha riunito a Bruxelles i tre ministri dei paesi Ue negoziatori sull’Iran (Le Drian, Gabriel e Johnson) con il capo della diplomazia iraniana, Javad Zarif. Dagli europei, sostenuti da 9 rapporti della Aiea secondo i quali la Repubblica islamica sta rispettando l’accordo, è arrivato l’appello unanime affinché Washington non si ritiri. Dietro le quinte hanno spiegato a Zarif come intendono salvare il protocollo in caso di addio statunitense.
«L’accordo sul nucleare funziona ed è cruciale per la sicurezza del mondo, restiamo impegnati per la sua piena attuazione», ha affermato Mogherini. L’intesa, firmata nel 2015, ha portato allo stop del programma atomico iraniano in cambio della fine delle sanzioni, con le aziende di tutto il mondo, in prima fila quelle europee ( e italiane) che hanno ripreso a operare nel Paese. «Non ci sono alternative all’accordo – ha detto Le Drian – lo rispettino tutti, anche gli americani». Sulla stessa linea Gabriel e Johnson, per il quale «anche se ci sono aree di disaccordo con l’Iran come l’azione destabilizzante nella regione e il programma di missili balistici» il patto va salvato.
Le ultime notizie informali da Washington lasciano un filo di speranza agli europei, parlano di un Trump che potrebbe rinunciare a rimettere le sanzioni sul nucleare magari optando per sanzioni legate ai diritti umani. Se così non fosse, se il presidente americano dovesse rompere sul nucleare, gli europei proverebbero a tenere vivo il protocollo senza gli Usa. Ma Zarif è poco incoraggiante: «La nostra attuazione è condizionata a una piena conformità americana». La speranza è che si tratti di tattica per convincere gli Usa a non rompere. Anche lo scenario migliore, quello di un Trump che dovesse optare solo per l’attacco sui diritti umani (la Ue ha già sanzioni su questo versante) è considerato rischioso perché potrebbe mettere in difficoltà il governo Rouhani, che spiega l’ondata di proteste degli scorsi giorni proprio con i mancati benefici economici del patto sul nucleare. Benefici che per gli europei invece arriveranno, ma nel medio periodo, migliorando le condizioni delle popolazioni e aiutando Teheran ad aprirsi. Comunque la compagine Ue ha espresso preoccupazione su diritti umani e repressione delle dimostrazioni costata la vita a 21 persone.
Ieri a Roma è stato firmato l’Accordo di finanziamento tra Invitalia Global Investment, Bank of Industry and Mine e Middle East Bank che fissa le condizioni per i futuri contratti di finanziamento ( fino a 5 miliardi) alle banche iraniane per appalti con aziende italiane su energia, infrastrutture, chimica, petrolchimico, metallurgia.