Corriere della Sera, 12 gennaio 2018
Ristoranti, club, polo e coiffeur. La Londra (reale) di Elisabetta
Quando la regina Elisabetta venne alla luce al numero 17 di Bruton Street a Londra, il 21 aprile del 1926, reporter e fotografi in attesa del lieto evento erano stremati. E mamma Elizabeth Bowes-Lyon, la regina madre, osò un gesto anticipatore dell’apertura della Corona al «mondo»: li invitò a prendere un sandwich e ristorarsi con un té per festeggiare la nuova nata. La piccola «Lilibeth» sarà regina (con l’abdicazione di Edoardo VIII) e l’indirizzo di Bruton Street, a un passo da Bond Street, passerà alla storia. Se volate a Londra per un week end nel segno dei Royals, il viaggio può cominciare da qui. Non troverete più la casa dei nonni di Elisabetta, i conti di Strathmore e Kinghorne proprietari di Glamis Castle, ma una targa a ricordo della storica data. A proposito, Marion Crawford, governante della regina, disse che c’è solo un luogo dove i reali hanno un po’ di privacy, il grembo materno. E forse aveva ragione.
Poco distante al 17, c’è il flagship londinese di Stella McCartney e c’è la boutique di Alice Temperley, altra designer del cuore di Kate, la Duchessa di Cambridge, che ha vestito Temperley in versione prémaman e in viaggi ufficiali. Ma tra i negozi amati da Kate e Meghan, ci sono anche quelli di King’s Road a Chelsea. Più che per shopping, Sua Maestà, si concede (oggi di rado) uscite dal palazzo per cene di compleanno in famiglia o di amici. Così a The Ivy ha festeggiato un’amica, ma per le sue 80 candeline la regina aveva scelto il Ritz, in Piccadilly,vicino alla metro di Green Park e a Fortnum & Mason per un afternoon tea «queen style».
E se Quaglino’s in Bury Street è stato il primo ristorante a ospitare Her Majesty dopo l’incoronazione del 1953, è al Goring Hotel (dove i Middleton dormirono la notte prima del Royal wedding nel 2011) che Elisabetta ha spesso assaporato una cena a due con Filippo. Per «People» l’hotel, a un passo da Buckingham Palace che ogni estate apre per la summer exhibition, sarebbe collegato al palazzo da un tunnel. Di certo, ha un’entrata secondaria molto discreta. Ed era già amato dalla regina madre che qui assaporava le uova Drumkilbo (con aragoste), piatto che si può ordinare ancora oggi. La Queen Mum, Elizabeth Bowes-Lyon (scomparsa a 101 anni nel 2002) aveva però un debole per il Mandarin Oriental Hyde Park, lussuoso e storico hotel vicino a Harrod’s, affidato ora al rinnovo dell’interior designer Joyce Wang (mentre per il 2021 si prepara anche il nuovo Mandarin Oriental Mayfair firmato Clivedale London e Rogers Stirk Harbour+Partners).
Filippo? Il Duca di Edimburgo che ama il caviale (detestato da Elisabetta), che coniò il termine «Firm» per dire casa Windsor e che, per una vita si è speso per modernizzare la monarchia? Se c’è un hotel nella sua mappa del cuore è il Dorchester Mayfair, al 45 di Park Lane, dove diede l’addio al celibato prima del sì nel 1947. Curiosità: l’hotel ha realizzato una collezione di abiti per bambini con Rachel Riley che veste il principino George (si acquista sul sito dorchestercollection.com).
Il cugino di Filippo, re Giorgio II di Grecia in esilio a Londra, aveva scelto invece il Brown’s come buen retiro. E il boutique hotel di Sir Rocco Forte, è una base di partenza «regale» per visitare Londra.
Per i giovani Windsor, il palazzo oggi è quello di Kensington, prima residenza di Diana e ora di William e Kate, Harry e Meghan. È qui che a luglio in memoria di Lady D è fiorito il Giardino di Diana. Mentre è al Coworth Park polo club di Ascot, nel Berkshire, che Meghan spuntò a sorpresa nel maggio scorso per applaudire il suo principe impegnato con un match di Polo. All’hotel Coworth Park (vicino a Windsor dove Harry e Meghan diranno si), con eco-luxury spa, kids club e centro di equitazione, si può in effetti sperare di vedere i principi impegnati nel polo. E provare a cimentarsi con il loro sport preferito, con le lezioni del Coworth Park’s polo manager Ebe Sievwright.
Per sedersi a un tavolo di Mosimann, la cucina più amata dal principe Carlo, bisogna essere invece iscritti al Mosimann’s Club. Duemila soci disposti a pagare 650 sterline l’anno (più 250 d’ingresso) per ordinare dalla carta del club che riunisce gli appassionati della Cuisine naturelle dei Mosimann (lo chef Anton, classe 1947, e i figli Philipp e Mark) servita al banchetto di nozze di William e Kate. È invece al Claridge’s che Carlo e Diana brindarono al si del 1981 a St Paul’s. A proposito di ristoranti, ricordate quello del Berkeley dove Camilla pranzò con Kate prima delle nozze?
Grooming? Se Kate resta una fan del salone di Richard Ward a Knightsbridge, l’indirizzo di Carlo e Camilla è Neville a Belgravia, coiffeur che piace a molti socialite sul Tamigi: Neville Tucker tagliava i capelli a William e Harry bambini. Già, Harry, lo scapolo reale conquistato da Meghan. «And I was beautifully surprised when I walked into that room and saw her». Così lui ha descritto il primo incontro. E la stanza era quella della Dean Street Townhouse: alle pareti opere degli Young British Artists (Tracey Emin e Damien Hirst). Anche se Meghan ha confessato che più che la cucina British adora l’italiana, come quella di Bocca di Lupo. Pub? La Chiltern Firehouse, ex stazione dei pompieri a Marylebone e The Sands End.
Club? Lontani i tempi del Boujis e del Mahiki Kensington (fondato da Piers Adam e David Phelps) dove William, Harry e Kate folleggiavano. Ora la meta sono l’Albert’s (lo chef è Alessio Piras), il Loulou’s e l’Arts Club, fondato nel 1863 e di cui Filippo è Patron. Jogging? Meghan ama Battersea Park. E non perdetevi la nuova Battersea Power Station dov’era la vecchia centrale.