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 2018  gennaio 12 Venerdì calendario

A lezione dall’agricoltore ossolano Giovanni Guerra: «A piedi nudi insegno che il freddo è nostro amico»

Piedi nudi protetti soltanto da un paio di zoccoli di plastica e finestre di casa aperte anche d’inverno, quando il termometro danza attorno allo zero. Giovanni Guerra, agricoltore di 52 anni che vive a Masera, ha scoperto che il freddo non è un nemico. Anzi. E ora vuole insegnarlo agli altri.
L’altra sera a Domodossola ha tenuto la prima delle sei lezioni, di due ore ciascuna. Si parte con due appuntamenti dedicati alla teoria poi – ed è quello che più conta – si passa alla pratica. Un corso è previsto a fine mese anche a Omegna. «L’obiettivo – racconta – è arrivare al termine del percorso, conoscendo le tecniche che consentono di sopportare il freddo. Bisogna saper ascoltare il corpo, rilassare i muscoli e respirare bene. Nessuna prova estrema. Io metto semplicemente a disposizione la mia esperienza, iniziata quasi trent’anni fa in occasione di un trekking sull’Annapurna. Vedevo la gente del posto vestita in modo leggero, scalzi o con le infradito. E una sera, con la casa illuminata soltanto dalle candele, ho avuto l’illuminazione...». Che consente di risparmiare anche sulle bollette.
La storia
Guerra, che molti chiamano semplicemente Cipa, in casa usa la bombola del gas per cucina e bagno: 30 euro al mese ed è fatta. Poi, certo, c’è la luce. «Ho anche la tv – dice – che guardo poco. E il computer, ora sono su Facebook e ricevo le adesioni ai corsi con la mail amiciziafreddo@gmail.com». Non è un eremita e non si considera un guru. «Mio padre è nato a Olgia, in Valle Vigezzo. Mi raccontava che le prime scarpe le ha viste a 20 anni. Prima solo zoccoli di legno. È questione di abitudine. Io non ho più giacche a vento. Oltre ai pantaloni di cotone indosso canottiera e un maglione di lana. Gli scarponi? Solo quando nevica tanto, altrimenti sandali o zoccoli sono più che sufficienti a proteggere i piedi. Calze no, perché quando piove restano bagnate, mentre i piedi fanno in fretta ad asciugarsi».
L’unico conforto è la stufa a legna nel salotto, alla sera. Ma le finestre sono sempre aperte, anche di notte quando si tuffa sotto due piumoni. Il vento è libero di circolare nella vecchia casa che si affaccia sulla piana dell’Ossola.
Scelta di vita
È una scelta di vita. «C’è una frase di Gandhi che dice “un nemico l’hai veramente sconfitto quando te lo sei fatto amico”. Ora anche il freddo è diventato un amico. Ed è leale. L’adattamento è soprattutto mentale, in fondo il segreto sta proprio nell’abituarsi, poi il resto viene da sé. Il passaggio chiave è in autunno: quando la temperatura scende evito di coprirmi. Lascio adattare il fisico. Raffreddore? Può capitare, quest’anno l’ho avuto un paio di giorni. In passato è successo pure di stare qualche giorno a letto con l’influenza. Ma aumenta la resistenza, ci si ammala di meno. E poi vivendo in ambienti meno caldi si risparmia energia».
Così dal dizionario di Cipa la parola brivido non è più associata al freddo: «Mi vengono soltanto alla colonna vertebrale il giorno prima di una nevicata. Ho questa strana capacità di previsione e azzecco sempre. Per il resto i brividi possono essere di paura. Non certo quando cammino scalzo o giro per casa con le finestre aperte».