Il Messaggero, 11 gennaio 2018
Donald Trump si sottopone alla visita medica ma non ne vuol sapere dei test psicologici
Donald si sottoporrà a visita medica. Ma il presidente rifiuta di sottoporsi anche a test cognitivi e psicologici. Sapremo cioè se sia ingrassato o dimagrito da quando è diventato presidente, se la situazione del suo colesterolo sia peggiorata. Ma la visita di controllo non ci dirà se il presidente stia davvero soffrendo di demenza senile e se manifesti difficoltà di apprendimento.
L’OSPEDALE La visita medica avverrà domani al Walter Reed National Military Medical Center, il più grande ospedale militare d’America, alla periferia di Washington, dove tutti i presidenti si sottopongono al check up annuale. A guidare la squadra che si prenderà cura di Trump sarà il medico della Casa Bianca, il contrammiraglio Ronny Jackson, che da dieci anni ricopre il ruolo di medico del presidente, del vicepresidente e delle loro famiglie. Trump si ritroverà ancora una volta a fare a gara con il suo predecessore, Barack Obama, che nella visita del 2016 risultò in perfetta forma fisica. In verità però agli americani non interessa tanto al momento sapere se il presidente sia riuscito a dimagrire: a un metro e 90, Trump durante la campagna elettorale pesava 108 chili, ed era giudicato sovrappeso. Quel che interessa è di spiegare se sia idoneo o no a guidare il Paese. Dopo l’uscita del libro Fire and Fury del giornalista Michael Wolff, nessuno più si fa remore di discutere delle stranezze manifestate dal presidente. Wolff ha insistito che tutto il personale della Casa Bianca considera Trump scarsamente intelligente, infantile, se non addirittura sofferente di senilità. Se davvero il presidente si rivelasse non idoneo alla carica, il 25esimo emendamento permetterebbe di rimuoverlo e di installare il suo vice al posto suo.
L’EMENDAMENTO L’emendamento venne approvato subito dopo l’omicidio di Kennedy, in buona parte perché per qualche ora si credette che Kennedy potesse sopravvivere, e rimanere presidente ma gravemente incapacitato. A 71 anni, Donald Trump è la persona più anziana eletta alla Casa Bianca. Durante la campagna elettorale non si è solo rifiutato di rendere pubbliche le sue denunce delle tasse, ma ha anche limitato la comunicazione di dettagli medici. Il suo medico personale dichiarò che se eletto, Trump sarebbe stato «l’individuo più sano mai eletto alla presidenza». Trump nega recisamente di aver problemi di salute mentale, e ha tentato di bloccare l’uscita del libro. Negli Usa però la libertà di parola è assoluta, sia per chi è di sinistra sia per chi è di destra. Anzi di recente la American Civil Liberties Union (Aclu) ha fatto clamore perché ha deciso di difendere il diritto di parola dei neo-nazi.
LE LEGGI Invece ieri Trump ha addirittura proposto di cambiare le leggi sulla diffamazione, sostenendo che chi è stato attaccato «in modo falso e diffamatorio, deve aver modo di rivalersi». Nessun presidente prima di lui aveva proposto simili passi, o aveva tentato di bloccare pubblicazioni scomode. Semmai, nel passato i presidenti hanno cercato di distrarre l’attenzione del pubblico da eventuali rivelazioni scomode. E Trump non è il primo a subire una lavata di panni in pubblico. È successo a Bill Clinton ad esempio, nei primi due anni della sua Amministrazione, quando il leggendario giornalista Bob Woodward pubblicò The Agenda: Inside the Clinton White House, che imbarazzò non poco il giovane presidente per le testimonianze di disaccordi e liti interne e di dubbi e contrasti anche fra lui e i suoi più stretti collaboratori.