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 2018  gennaio 11 Giovedì calendario

Cristina D’Avena: «Canterò le sigle dei cartoni fino a cent’anni»

È lei la donna che ha venduto più album in Italia nel 2017.
C’è poco da fare, Cristina D’Avena ha un magico potere. Ti parla, ti saluta, ti carezza il viso, e torni bambino, anche se generazionalmente quelle canzoni le hai schivate. È il mondo dei cartoni animati, un immaginario potente e invincibile, e ora trionfa lei, la regina, che di sigle ne ha incise qualcosa come 750. È bastato cantarle in duetto con 16 protagonisti della musica italiana per far diventare Duets un fenomeno da primo posto in classifica, disco di platino, ieri risalito di nuovo fino alla top ten. «È cominciato tutto quando andai come ospite a Sanremo nel 2016» racconta la fatina, «mi accorsi che oltre al pubblico che cantava tutte le mie canzoni, c’erano anche i cantanti, tutti lì dietro le quinte a chiedermi di cantare questo o quello, lì ho pensato che forse potevo coinvolgerli nel mio mondo».
Se lo aspettava tutto questo successo?
«Quando l’ho saputo devo dire che mi è sembrato davvero tanto, sono orgogliosa, ma soprattutto sono felice che la mia musica sia così trasversale, che piaccia a tante diverse generazioni, è il frutto di 35 anni di carriera. Mi aspettavo una reazione di sorpresa, ma non un successo così repentino, dopo 5 giorni ero prima in classifica, questo no, proprio non me l’aspettavo, credevo che ci mettessero di più a capire.
Ormai i duetti li fanno tutti, ma ogni artista lo fa rimanendo nel suo mondo, e invece cantare una sigla è inusuale, io lo faccio da sempre, ma non era così matematico che gli artisti pop entrassero nel mio mondo».
E invece sono cresciuti anche loro su quelle sigle, è così?
«Ma sì, infatti sono loro che hanno deciso. Che so… ad Arisa avevo chiesto Memole dolce memole, e lei ha detto no ti prego, voglio cantare Magica Emi perché era il suo cartone preferito».
E lei l’ha accontentata, e così ha fatto con Elio, Noemi, J-Ax, Loredana Berté e tutti gli altri, felici come bimbi a una festa…
«Sì, è proprio così, attraverso le mie canzoni tornano bambini, ti rivedi e ti rivivi, credo che il disco sia piaciuto anche perchè trasmette un’aria di festa».
È una bella rivincita. Ma dica la verità, negli anni passati non ha vissuto la frustrazione di essere ai margini del mercato musicale?
«Frustrata? Non proprio, ma sicuramente ho avuto tantissima voglia di fare e ci sono stati momenti in cui i cartoni non c’erano più, anni difficili, ma io sono rimasta fedele alla mia casa discografica, ho condiviso anche molte amarezze, del resto per una come me, quando non hai più cartoni, che fai? Avevo voglia di una cosa diversa, un disco nuovo con sonorità nuove, ma con una storia che facesse parte dell’infanzia di chiunque conosca il repertorio, e così sono riuscita ad esprimermi».
Da qui a un disco di canzoni nuove il passo è breve. O no?
«Non lo so, io sono umile, sono sempre stata così, è il pubblico che ha parlato per me, ma non voglio spingere oltre, il mio pubblico deve imparare a conoscermi piano piano, io la sigla del cartone non la lascerò mai, la canterò anche a 100 anni col bastone. Mi hanno chiesto varie cose, ma io non ho voluto cambiare. Forse il pubblico lo ha notato e apprezza anche questo. Ma in futuro chissà, ci potrebbe essere un Duets 2, visto che sono rimaste fuori tantissime sigle che adoro. Oppure un disco di cover, ovvero entrare io nel mondo pop, così come gli artisti pop sono entrati nel mio. Certo non farò la cantante rock…».
Visto che tutto è cominciato a Sanremo, sarebbe bello tornarci tra un mese, non crede?
«Io aspetto. Non mi hanno detto nulla, ma ora lascio le cose al destino».