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 2018  gennaio 11 Giovedì calendario

La bugia dell’astronauta

Ha fatto il giro del mondo, è il caso di dirlo, il tweet dell’astronauta giapponese Norishige Kanai che due giorni fa ha annunciato di essere cresciuto in altezza in maniera spropositata dal suo arrivo sull’Iss, la stazione spaziale internazionale, il 17 dicembre scorso. «Buongiorno a tutti, ho un annuncio importante oggi – ha twittato entusiasta – abbiamo misurato il nostro corpo dopo aver raggiunto lo spazio, e wow, io sono più alto di ben 9 cm! Sono cresciuto come una pianta in sole tre settimane, non mi accadeva niente del genere da quando ero al liceo».
Che gli astronauti si allunghino in orbita è cosa nota. L’assenza di gravità riduce il peso sulla colonna vertebrale, consentendole di distendersi. Un aumento di statura tra i due e i 5 centimetri è considerato normale. Ma 9 centimetri rappresentano decisamente un’anomalia, tanto che la notizia ha scatenato le agenzie di stampa e i navigatori del web, che hanno manifestato sorpresa, invidia ma anche tanta ironia (senza farsi mancare qualche battuta salace). Quel tweet dallo spazio ha alimentato grandi speranze in più d’uno di noi. Purtroppo Norishige aggiungeva, preoccupato, che temeva di non riuscire più a entrare nei sedili della Soyuz, la capsula che dovrà utilizzare per il rientro sulla Terra fra 6 mesi, preannunciando così un possibile dramma spaziale. Per noi quaggiù, per qualche ora è stato bello distrarsi da pensieri e sensi di colpa tipici di chi dopo i bagordi delle feste è concentrato semmai su come perdere i centimetri di troppo accumulati sul giro vita. Senonché, di fronte al clamore suscitato dal suo annuncio, l’astronauta giapponese ha dovuto fare marcia indietro, scusandosi per quella che ha definito «una fake news»: in realtà sarebbe cresciuto solo di 2 centimetri, un bell’aumento per il giapponese medio ma niente di anomalo per Kanai, già alto di suo 1 metro e 80, guarda caso esattamente 9 centimetri più della media dei suoi connazionali.
Laureato in medicina, il quarantunenne ufficiale della marina nipponica dal curriculum impeccabile sembrava la persona meno portata a voli di fantasia. Il suo tweet non fa che realizzare un’altra delle profezie avveniristiche del grande Stanley Kubrick. Un critico cinematografico canadese, Peter Howell, ha infatti recentemente ricordato che nel mitico 2001: Odissea nello spazio girato nel 1968 Kubrick aveva immaginato (oltre, per citare solo un esempio, un tablet identico a quello che l’Apple di Steve Jobs avrebbe brevettato solo nel 2004), anche la prima fake news spaziale, quando le autorità, per nascondere ai media la scoperta del monolite alieno sulla Luna, inventano una misteriosa epidemia nella base lunare Clavius, con la conseguente quarantena. Inoltre, sempre secondo il critico, a far impazzire il supercomputer HAL 9000 trasformandolo in un assassino sarebbe stato il conflitto tra la sua conoscenza della verità e le bugie che la programmazione lo costringe a spacciare. Di fronte alle menzogne di Stato immaginate da Kubrick e a quelle reali che hanno costellato il 2017, si può anche sorridere divertiti per la fake news dell’astronauta giapponese. Senza trascurare che, dopo il proliferare di sequel più o meno deludenti di Guerre Stellari, il 2018 sembra essersi aperto trionfalmente all’insegna dello strepitoso film di Mel Brooks Balle Spaziali.