Corriere della Sera, 11 gennaio 2018
Un trattato «speciale» tra Italia e Francia
ROMA Entro la fine dell’anno Italia e Francia firmeranno un Trattato di collaborazione strategica sulla falsariga di quello che Berlino e Parigi hanno approvato nel 1963 all’Eliseo. La notizia è emersa ieri a margine del vertice dei Paesi europei del Mediterraneo, tenutosi a Villa Madama. Sarà un gruppo di lavoro, formato da 8 membri, quattro per Paese, a definire i tratti dell’intesa istituzionale.
L’idea è stata di Paolo Gentiloni, che ne parlò con il presidente francese a settembre dell’anno scorso, a Lione. L’obiettivo è quello di recuperare un gap: se Francia e Germania da almeno 50 anni fanno asse in modo strutturato, sistemico, con scambi di funzionari e persino un Consiglio bilaterale di sicurezza e difesa che si riunisce due volte l’anno, finendo anche per veicolare le strategie della Ue, quella fra Parigi e Roma è una relazione che conosce alti e bassi a seconda delle stagioni, e che sicuramente appartiene ad una categoria inferiore.
Toccherà ora ai due sottosegretari che hanno le deleghe per l’Europa, per noi Sandro Gozi, e ad altri sei membri, mettere giù una bozza che poi dovrà essere vagliata ai più alti livelli politici. Palazzo Chigi avrebbe già individuato in Franco Bassanini e Paola Severino – ex ministri ed esperti di diritto, oggi rispettivamente consulente speciale del capo del governo e rettore della Luiss – e nel diplomatico Marco Piantini, già al Quirinale e oggi consigliere del premier per gli Affari europei, i tre italiani. I francesi devono ancora decidere. Convergenza delle politiche economiche, dimensione europea della Difesa, politiche migratorie, protezione dell’ambiente e politiche culturali, saranno i pilastri di un Trattato che sia Macron che Gentiloni vogliono snello ed essenziale, e che potrebbe essere firmato a fine anno al Quirinale.
Nel vertice dei 7 Paesi a Villa Madama, insieme ai capi di governo di Spagna, Cipro, Malta, Grecia e Portogallo, si è discusso in primo luogo delle riforme della governance della Ue e di politiche migratorie. Nelle dichiarazioni alla stampa, prima della cena, Paolo Gentiloni, che ha fatto gli onori di casa, ha rimarcato che «la domanda di Europa a livello globale e il momento positivo per tutte le economie europee fanno sì questo sia il momento giusto per fare uno sforzo per una maggiore coesione: questo vertice vuole ridurre le differenze tra nord e sud Europa, tra est e ovest, e il momento per farlo è questo in cui la congiuntura economica consente investimenti sul futuro».
Il presidente francese, che oggi sarà ricevuto al Quirinale, ha invece convinto gli altri leader, e fatto inserire nelle conclusioni finali, che «è arrivata l’ora di sentire i cittadini sul futuro dell’Ue, con consultazioni su tutti i temi principali». Sì da parte dei 7 anche alle liste transnazionali per le elezioni del Parlamento europeo, convinti che questo possa «rafforzare la democrazia dell’Ue».