Corriere della Sera, 11 gennaio 2018
Mani pulite
I cultori del bon ton esprimono solidarietà alla presidente Debora Serracchiani, ingiustamente spernacchiata per avere inviato a tutti i sindaci del suo Friuli un galateo che insegna loro, tra le altre cose, a vestirsi e lavarsi. Non si è sempre detto che il primo requisito di un bravo amministratore consiste nell’avere le mani pulite? Finalmente il vademecum serracchiano spiega come si fa: ripassandole frequentemente in acqua e sapone, e stando attenti a non rosicchiarle. Tra le righe del pregiato testo democratico emerge anche una fiera risposta a quel consigliere di Stato dal cognome indiziario, Bellomo, che imponeva alle sue studentesse un «dress code» seduttivo. Il «Debora code» risulta più castigato, ma altrettanto puntuale: divieto di sandali e minigonne per le sindache, abiti gessati solo a riga stretta per i maschi, con l’imperativo categorico che cravatta e pochette non abbiano mai la stessa fantasia. Sorvolando sulle parti, pur importanti, dedicate all’uso delle posate e alla necessità di non sorbire la minestra con il caratteristico risucchio, «Oprah» Serracchiani non può non intervenire nel dibattito in corso tra i sessi per precisare che, almeno nei pasti ufficiali, il sindaco-uomo deve servire il vino prima alle signore.
Dopo avere letto il galateo friulano del Pd, qualcuno si è chiesto che fine abbia fatto la sinistra dei lavoratori, quella in camicia rossa. Che domande: l’hanno mandata in lavanderia perché sbatteva con il colore della pochette.