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 2018  gennaio 11 Giovedì calendario

James Dean, quando lo stile si ribella

Ci sono uomini che non passano mai di moda, eternamente prigionieri di uno stile e di un ruolo che li ha trasformati in icone. Testimonial di una generazione e di un modo di essere. Come James Dean, simbolo di una mascolinità ruvida, un po’ scostante, ribelle e avventurosa. Testimonial perfetto per una moda libera (anche se solo a parole), casual, leggera, sportiva che sprizza testosterone da tutte le asole. E questo anche in una società dove ruoli e stilemi di genere hanno confini sempre più labili. E a Pitti 93 sono in molte le aziende che puntano sui moderni James Dean offrendo un guardaroba rilassato, ma non troppo, dove la parola «vanità» non è certo bandita. Anzi.
Chiamateli se volete narcisi ribelli. Non solo blue jeans e magliette bianche, ma anche giacchetti tecnici ultra leggeri, e pantaloni che variano la vestibilità a seconda delle occasioni, da cargo a fitted, ma sempre del marchio giusto. Perché anche i ribelli sono griffe-addicted. E in questo viaggio tra ieri e oggi non può mancare la tappa «Paul Newman», un po’ bravo ragazzo, un po’ bello e dannato, con uno stile inconfondibile che ancora oggi troviamo tra gli stand della Fortezza da Basso, qui a Firenze: polo sbottonate sotto giacche e pantaloni che tornano a vita alta, più rilassati. E poi le camicie bianche con le maniche arrotolate, cappotti over con i colli all’insù. Dai miti della Hollywood Anni 50 a quelli di oggi con Ryan Gosling diventato non solo un divo ma anche un influencer sia con i suoi look da red carpet, sia quelli indossati nel film. Il bomber che indossava in Drive, le mises da jazzista in La La Land, la giacca di pelle con risvolti in pelliccia dell’agente K di Blade Runner 2049. Amante del colore Gosling lo sceglie anche per gli smoking con i revers in tessuti a contrasto e per i suoi papillon.
I jeans
Il jeans non tramonta e riscopre la giacca che in 150 anni è stata indossata da soldati e ribelli, celebrità e operai, cowboy e punk. Da Roy Roger’s «si evolve» e diventa un piumino o mountain parka con profilature in denim. Insomma l’uomo ribelle non perde il suo fascino e le collezioni si adeguano. Il marchio svedese Peak Performance ha presentato una capsule collection di giacche super tecniche ispirate alla leggendaria scalata del monte everest del 1963. Sapore vintage e tessuti di ultima generazione per il Mountain Down Parka che trae ispirazione, dall’abbigliamento militare (il tessuto è quello utilizzato dalla RAF dal 1943).
Uomini «di montagna» anche da Z Zegna che ispira il suo guardaroba al Trekking. I colori caldi (verde bosco, crocus, castagna, pino, giallo finferlo, ardesia e rosso bacca) sono un tributo al paesaggio dell’Oasi Zegna, una vasta area montana protetta attraversata dalla strada Panoramica Zegna nelle Alpi Biellesi. Bouclé, tweed, e check sono abbinati a tessuti imbottiti, maxi tasche compaiono sui pantaloni,e sugli accessori staccabili.
Le Alpi in doppiopetto
E visto che le imprese «impossibili» sono un tratto degli uomini rudi e ribelli a quelle si ispira anche Traiano, marchio che unisce negli abiti lo stile formale e le performance sportive (Formal-Actiwear). Testimonial ne è lo stesso fondatore del brand, Filippo Colnaghi, che ha scalato il Montebianco in completo doppiopetto grazie a un tessuto di avanguardia super stretch e che, stampato in 3D, è in grado di emulare qualsiasi tipologia di tessuto classico maschile (dalle lane ai cotoni, dai principe di Galles ai finestrati, dai check alle microdisegnature). Per i ciclisti metropolitani c’è il «biker suit»: un blazer doppiopetto con speciali bottoni nascosti per trattenere i lembi anteriori della giacca durante la pedalata, assicurando totale libertà di movimento, e un paio di pantaloni con risvolto interno reversibile dotato di banda catarifrangente, per non passare inosservati sulle strade. E nella vita. Ossia la missione degli uomini ribelli.