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 2018  gennaio 11 Giovedì calendario

Tendenza Schettino

E va bene, Luigi Di Maio ha detto che non è più il momento di uscire dall’euro dopo che per anni aveva detto che era il momento di uscire dall’euro. E va bene. È la contraddizione numero 872. La numero 871 è che lo ha detto da Vespa dopo che per una settimana i Cinque Stelle avevano chiesto di eliminare Vespa dalla campagna elettorale. E va bene, facciamoci sopra dell’ironia. Noi qui la facciamo spesso, nonostante il sommo Giovanni Orsina ci avesse allertati sul rischio stucchevolezza: che senso ha fare ironia, se non per un moto di liberazione, su un Movimento fondato da un comico? Non è ironico già l’atto costitutivo? Non nacque da un plateale vaffa che, di per sé, non è un omaggio alla razionalità? E allora perché tutti i contendenti di Di Maio, di destra e di sinistra e di centro, hanno reagito con delle sciocche risatine, sciocche e drammaticamente sterili, invece di ficcarsi nelle loro poderose teste che il Movimento è l’ovvia conseguenza di venticinque anni di condotte furbine e suburbane e delinquenziali? Venticinque anni a promettere dentiere e abbattimenti di tasse e welfare mastodontici e a dichiararsi l’un l’altro ladri e mafiosi e tutti a blandire i magistrati quando indagano di là e a edificare riforme epocali dopo aver sabotato quella dell’avversario, e intanto che l’avversario già sabotava, e per finire con lo sputtanarsi a vicenda in giro per il mondo. Fate l’unica cosa utile, seguite l’invito del candidato a Cinque Stelle, il capitano De Falco: tornate a bordo, cazzo.