La Gazzetta dello Sport, 10 gennaio 2018
Fornari, il fantaonorevole: «La politica? Preferisco la Magic...»
Chi non ha mai sbirciato la Gazzetta il lunedì mattina, sotto il banco di scuola, nelle prime ore di lezione per «fare i conti al fantacalcio»? Alessandro Furnari è un po’ grandicello, ma in aula ci va ancora. Solo che non ci sono professori, ma deputati. Quarantuno anni di Taranto, Furnari è stato eletto alla Camera per il Movimento 5 Stelle nel marzo 2013. Pochi mesi dopo ha abbandonato Beppe Grillo, passando al Gruppo Misto. Fuori dal parlamento, Alessandro è un mago del fantacalcio, tanto da essere in testa alla classifica Generale del concorso Magic e piazzare ben 14 squadre nelle prime 100.
Onorevole...
«Ma che onorevole, io per la Gazzetta sono solo Alessandro. La leggo tutti i giorni».
Ok, Alessandro. Nasconde anche lei la «Gazzetta» sotto i banchi della Camera come gli studenti a scuola?
«Ma dai, non scherziamo. Un giorno un deputato mi ha visto assorto nei miei pensieri in aula e ha fatto una battuta: “Starai facendo la formazione del fantacalcio”. I giornalisti ci hanno costruito chissà che ed è passato il messaggio che io sto in parlamento a giocare...».
Forse no. Ma in un’intera legislatura è stato primo firmatario solo di una proposta di legge...
«Perché sto all’opposizione. La verità è che le iniziative prese in considerazione sono solo quelle del governo. L’ho capito sulla mia pelle, quando ho visto finire nel nulla la mia proposta sull’Ilva. Da lì ho imparato che la mia funzione di parlamentare era un’altra».
Quale?
«Informarmi e votare, alla Camera come in commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni, secondo mia coscienza, da indipendente. L’80% dei miei colleghi non lo fa: segue le indicazioni del partito in modo acritico. Se tutti i deputati fossero come me, l’Italia sarebbe un paese migliore».
Torniamo al fantacalcio. Dove trova il tempo di gestire 355 Magic squadre?
«Alla Camera votiamo il martedì, mercoledì e giovedì e le sedute difficilmente durano fino alla sera. Al fanta penso in hotel o negli altri giorni della settimana. Qualche complicazione ce l’ho giusto nei turni infrasettimanali. Ma poi mica le gestisco tutte: molte squadre le ho create in estate, quando ero in vacanza e poi le ho mollate per strada».
Qual è il segreto dell’Alessandro Magic allenatore?
«Non farsi condizionare dal tifo. Io sono interista, ma quando si parla di fantacalcio divento uno scienziato. Anche se ho un debole per Handanovic...».
In passato ha già vinto, vero?
«Sì, nei primi anni Duemila. Ho giocato sul serio sino al 2007, poi mi sono fermato e mi sono dedicato alla politica. Quest’anno ho ricominciato, visto che la legislatura era agli sgoccioli».
Anche altri parlamentari hanno la sua passione?
«Che io sappia no».
Era anche arbitro di calcio... Che ne pensa della Var?
«Una benedizione. Spero che si vada avanti su questa strada e si tolga pure un po’ di potere all’arbitro in campo».
Mettiamo la politica nel pallone: se Renzi fosse un giocatore, sarebbe...
«Uno abile nelle finte, ma fumoso. Diciamo Cuadrado».
Beppe Grillo?
«È una “sòla”, come quei giocatori sempre rotti. Tipo Milik».
Berlusconi?
«L’unico grande bomber. Sempre pronto a cogliere le occasioni. Un Icardi, ecco».
E Furnari?
«Non gioca più. Non mi ricandido. Quando ho lasciato il M5S non mi sono legato a nessun partito. Torno a essere Alessandro per tutti. Un cittadino libero e onesto». E magari con una Jaguar (il primo premio in palio) in più.