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 2018  gennaio 10 Mercoledì calendario

È guerra aperta tra Conte e Mourinho

Ormai tra Antonio Conte e José Mourinho è una lotta senza quartiere, proiettata sulla scena internazionale. Nelle ultime ore, un nuovo botta e risposta tra i due. Alla fine delle nuove bordate al portoghese, Conte ha dichiarato che per lui «la vicenda per ora si chiude, non ho altro da aggiungere», ma il 25 febbraio, data di Manchester United-Chelsea, non è lontano. La lunga vigilia del match dell’Old Trafford potrebbe riservarci nuove sorprese. La cronaca di ieri si riassume in due episodi. Il primo: un articolo di Eladio Parames, portavoce di Mourinho, pubblicato dal giornale Record, in cui viene ricordata la presenza di Conte nella Juventus processata per doping. Il secondo: la conferenza stampa dell’allenatore italiano che, alla vigilia della semifinale di Coppa di Lega con l’Arsenal, ha ribadito che per lui Mourinho è un «piccolo uomo».
LA JUVE E il DOPING Eladio Parames, 69 anni, giornalista, originario di Lisbona, è il portavoce e l’uomo stampa di José Mourinho. Ieri mattina, il quotidiano sportivo portoghese Record ha pubblicato un lungo fondo firmato da Parames, dal titolo eloquente: «Conte, sai cos’è l’Epo?», con chiaro riferimento al processo per doping che riguardò la Juventus degli anni Novanta e di cui l’attuale allenatore del Chelsea era il capitano. «I calciatori della Juventus furono accusati di essersi dopati all’epoca con il famoso Epo, o in un linguaggio semplicistico, di aver fatto trasfusioni di sangue per aumentare le prestazioni sportive. Il caso finì in tribunale, ma, appello dopo l’appello, si arrivò alla prescrizione, senza che qualcuno venisse punito seriamente. E chi era allora il capitano della Juve? Antonio Conte!», si legge nell’articolo di Parames, poi tornato sulla questione delle scommesse, oggetto della dichiarazione rilasciata da José Mourinho dopo la partita di FA Cup con il Derby County di venerdì 5 gennaio: «Più tardi – scrive Parames sul giornale Record – questo stesso signore fu sospeso per sei mesi, accusato di essere coinvolto in una combine. Negò, naturalmente, ma non si è mai sbarazzato della fama di essere coinvolto in trattative poco chiare. Ed è questo signore, dal passato incontaminato, che ora viene ad accusare José Mourinho, tra le altre cose, di piccolezza».
IL PROCESSO Il processo per doping riguardante la Juventus si concluse il 29 marzo 2007. La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione di Torino annullò la sentenza di secondo grado della Corte d’Appello, che il 14 dicembre 2005 aveva assolto l’ex amministratore delegato Antonio Giraudo e il responsabile del settore medico, Riccardo Agricola. Si diede ragione alla tesi dell’accusa perché «astrattamente è condivisibile il ricorso presentato dalla Procura di Torino contro le assoluzioni». In pratica, si ritenne accertata l’illecita somministrazione di farmaci ai calciatori della Juventus, eccetto l’Eritropoeitina – la cosiddetta Epo –, ma la prescrizione salvò dalle condanne gli imputati, lasciando una macchia indelebile su tutta la vicenda.
CONTE NON DIMENTICA Poche ore dopo, nella sala conferenze del centro tecnico di Cobham, ha parlato Antonio Conte: «Non dimenticherò mai quello che è accaduto in questi giorni. Mourinho ha usato parole gravi. Io non mi pento di averlo definito un piccolo uomo. Questa vicenda non riguarda l’associazione degli allenatori e neppure i due club. È una questione che riguarda solo noi due. Per me, per ora, la storia si chiude qui». Conte ha già annunciato che la sfida dell’Old Trafford del 25 febbraio sarà un’occasione per un faccia a faccia tra i due. «Io sono pronto, lui non lo so», le parole del manager italiano. José Mourinho, beccato ieri dai fotografi a Dubai, dove il Manchester United è andato ad allenarsi una settimana per fuggire dal freddo britannico, se la ride. Si gode il caldo e il sole, con un filo di abbronzatura. Anche per lui, sulla vicenda potrebbe esserci una tregua, ma il 25 febbraio non è lontano: mancano solo 46 giorni.