la Repubblica, 9 gennaio 2018
Tv avvolgibili e pulmini smart. Benvenuti, il futuro è già qui
Las Vegas Sante alleanze che si formano all’ombra dei casinò. Al Consumer Electronic Show, la grande fiera della tecnologia che apre oggi i battenti e che terrà banco fino a venerdì, vanno di moda le strane coppie. Ha dato il via alle danze la giapponese Toyota con un progetto chiamato e- Palette. Di mezzo c’è un gruppo eterogeneo che va da Uber ad Amazon, passando per l’anti Uber cinese Didi, Mazda e Pizza Hut ( esatto, la catena di ristoranti americana). Hanno inventato un veicolo a guida autonoma che potrà trasportare merci, persone, diventare punto vendita o ufficio mobile, laboratorio e ospedale, distributore di pizze, frutta, hamburger. Tutto a portata di app.
«Un’estensione del computer e dello smartphone. Meglio: un assistente su quattro ruote», ha raccontato Akio Toyoda, terza generazione della famiglia alla guida della multinazionale fondata dal nonno, presentando l’anello di congiunzione fra commercio elettronico, algoritmi, intelligenza artificiale e veicoli elettrici. Di camioncini simili se ne vede uno identico in Crocodile, episodio girato nei paesaggi lunari dell’Islanda della quarta stagione di Black Mirror scritta da Charlie Brooker. E Uber, fa sapere, intende usare gli e-Palette per i suoi servizi, dal trasporto passaggieri alle consegne di pasti. Progetto sperimentale, ma che diverrà realtà nel 2020 fra Stati Uniti e Giappone, giusto in tempo per le olimpiadi di Tokyo.
Ben prima nelle nostre case continuerà l’invasione degli assistenti virtuali. Lo scorso anno sempre qui al Ces, acronimo del Consumer Electronic Show che in italiano suona piuttosto male, Alexa di Amazon l’avevano usata nei robot domestici, altoparlanti vari, sveglie, automobili, orologi. Una sorta di franchising di nuova generazione con grande beneficio dell’azienda di Jeff Bezos che potrà così raccogliere dati preziosi su tanti aspetti della nostra vita quotidiana.
A Google la cosa deve esser piaciuta se ha pensato di fare un’operazione simile. Scott Huffman, che a Mountain View tiene le fila del progetto Assistant, ha annunciato alleanze a pioggia con vecchi e nuovi marchi. Da Altec Lansing a Bang & Olufsen, fino a Jbl, Klipsch e Sony, saranno tanti i diffusori audio e i dispositivi con i quali avviare una conversazione pronunciando un “Ok Google”. Ingrosseranno le fila di quei quattrocento milioni di apparecchi che già usano l’assistente del colosso del Web. Cortana di Microsoft è sulla stessa strada, anche lei in cerca di nuove sinergie. Futuro inevitabile quindi anche se «ci vorranno decenni, ad esser ottimisti, prima di arrivare ad una vera intelligenza sintetica», insiste fra gli altri Pedro Domingos autore di L’algoritmo definitivo (Bollati Boringhieri). Ma a Las Vegas si vede che non lo hanno letto quel saggio. Mentre Lg presenta il suo prototipo di televisore oled arrotolabile e i primi modelli a 8K, risoluzione doppia rispetto agli Ultra Hd che ancora passa per novità fuori da Las Vegas, Samsung applica il suo assistente Bixby a tv e frigoriferi. Alexa invece finisce in un paio di occhiali smart, i Blade della newyorkese Vuzix che ha cominciato a produrre visori per la realtà aumentata qualche anno fa per l’esercito statunitense. Si riprendono brandelli di quotidianità con la videocamera integrata, si visualizzano aggiornamenti dei social network sulle lente, chiamate in arrivo e si chiede ad Alexa indicazioni. Il “vecchio” sogno dei Google Glass in versione 2018. La Francese Netatmo si è invece alleata con Facebook e ora consentire di dialogare con il suo termostato intelligente o la telecamera di sicurezza attraverso Messenger. Lo Smart Home Bot, stando agli annunci, “imparerà dal dialogo con il cliente migliorando di volta in volta la sua capacità di comprensione e l’efficienza”. Vedremo se sarà davvero così.
Sullo sfondo il solito caleidoscopio di Las Vegas fra luci, slot machine, Venezie posticce e concerti vintage. Lionel Richie, Backstreet Boys, Cher e Celine Dion, mischiati a guida autonoma, caschi che trasformano gli impulsi del cervello in comandi come quello della Nissan, robot come il Buddy per intrattenere i bambini per la gioia dei genitori troppo presi da se stessi, lampade smart che si muovono a un cenno della mano, inevitabili smartphone, fiere del porno in veste hi-tech.
Il Ces è palcoscenico condiviso e ambito. Quest’anno ci saranno oltre 180mila visitatori e più di quattromila aziende e tutti puntano a connettere la nostra esistenza al digitale e a connettersi fra loro per dar vita a nuove sorprendenti soluzioni che faranno venire il mal di testa ai garanti della privacy di mezzo mondo. Ma, come raccontano i bene informati, «per restare a rilevanti e anticipare le mosse degli altri, le aziende finiscono per anticipare il futuro in una corsa senza fine e sempre più veloce». Ed è un gioco al quale ormai partecipano tutti, ben oltre i confini della Silicon Valley.