La Gazzetta dello Sport, 9 gennaio 2018
Per le due Coree un’Olimpiade invernale di pace
Un’Olimpiade per la pace: Sud Corea e Nord Corea, dopo oltre due anni, in queste ore sono tornare a confrontarsi. Gli incontri si tengono in una delle casette in legno colorate d’azzurro di Panmunjom, villaggio al confine dove fu firmato il cessate il fuoco della guerra di Corea del 1950-1953. Alla «Casa della pace», edificio dell’area di sicurezza congiunta, poco a sud della demarcazione in cemento in cui sono dispiegati soldati di entrambi i Paesi. Gli attesissimi colloqui bilaterali sono cominciati nella notte italiana ed è difficile prevedere con esattezza quanto dureranno. I relativi esiti catalizzano però l’attenzione del mondo. Ieri anche Papa Francesco ha espresso un augurio: «È di primaria importanza che si possa sostenere ogni tentativo di dialogo nella penisola coreana – ha detto – al fine di trovare nuove strade per superare le attuali contrapposizioni, accrescere la fiducia reciproca e assicurare un futuro di pace al mondo intero».
I DIALOGHI Nel dicembre 2015 gli incontri ufficiali si erano conclusi con un fallimento: la Nord Corea, poche settimane dopo, aveva compiuto un nuovo test nucleare. Ci si riprova e il merito, al di là di coloro che in queste ore stanno salendo sul carro, è (anche) dello sport. L’Olimpiade invernale di PyeongChang al via giusto tra un mese (9-25 febbraio), con alcuni dei suoi siti di gara distanti non più di 80 km dal delicatissimo confine, su proposta del Sud dei giorni scorsi presto accettata dal Nord (ma prima le diplomazie hanno lavorato a lungo), è servita a rompere il ghiaccio. Le due delegazioni sono composte da cinque rappresentanti ciascuna. A guidare quella della Sud il ministro dell’Unificazione, Cho Myoung-Gyon, leader di quella del Nord è Ri Son-Gwon, capo del dipartimento incaricato degli affari intercoreani, con al seguito quattro dirigenti, due dei quali si occupano di fatti sportivi.
L’AGENDA Il primo tema di discussione previsto, affrontato già nelle scorse ore, era la partecipazione degli atleti del Nord ai Giochi. Ma è assai probabile che, a seguire, sul tavolo ci sia anche «la questione del miglioramento delle relazioni intercoreane» e, come reso noto ieri da fonti governative di Seul, la questione dei ricongiungimenti delle famiglie separate proprio dalla guerra del 1950-1953, quando milioni di persone vennero divise (ed è ben noto che, dopo il conflitto, sia stato firmato un armistizio, ma non un trattato di pace).
APERTURE CIO Lo «spettatore» più interessato è naturalmente il Cio. Sempre ieri ha fatto sapere di avere esteso la scadenza delle iscrizioni per la partecipazione della Nord Corea: «Saremo il più flessibile possibile», ha dichiarato il portavoce Mark Adams. In settimana, visto che i tempi stringono, presso la sede di Losanna, sono previsti colloqui: il presidente Thomas Bach incontrerà Chang Ung, membro nordcoreano dello stesso comitato olimpico internazionale che nei giorni scorsi si era detto molto fiducioso circa la partecipazione degli atleti del suo Paese ai Giochi.
PARTECIPAZIONE In fremente attesa ci sono, su tutti, Ryom Tae-Ok e Kim Ju-Sik, 18 e 25 anni, coppia di pattinatori d’artistico, i soli nordcorani qualificati di diritto (a fine settembre, nell’ultima preolimpica, al Nebelhorn Trophy di Oberstdorf, in Baviera). Il loro comitato olimpico non ha rispettato la scadenza del 30 ottobre per l’iscrizione, tanto che i giapponesi Sumire Suto- Francis Boudreau-Audet, primi esclusi, sono pronti a subentrare. Ma il Cio, appunto, ha già fatto sapere che certi ostacoli burocratici potranno essere facilmente superati. Così come per altri non ammessi per meriti tecnici sono pronte delle wild-card.
FORZE POLITICHE È chiaro che gli interessi in ballo sono altissimi. E non serve ricordare che il leader nordcoreano Kim Jong-Un, nel discorso di Capodanno, pur mostrando qualche apertura, ha sostenuto di avere il «pulsante nucleare» sempre a portata di mano... Gli sforzi diplomatici di Moon Jae-In, presidente sudcoreano, a qualcosa hanno evidentemente portato: per esempio al rinvio delle esercitazioni militari Usa-Sud Corea a dopo la Paralimpiade di marzo. «Senza la mia inflessibilità – ha sentenziato il presidente statunitense Donald Trump nelle scorse ore, che ai Giochi potrebbe venir rappresentato dalla figlia Ivanka – ai colloqui nemmeno si sarebbe arrivati». Oggi il mondo potrà diventare un po’ più bello.