Il Messaggero, 8 gennaio 2018
Russiagate, la pista dei 98 milioni pagati al presidente
NEW YORK Follow the money: segui la pista del denaro. La pubblicazione del libro di Wolff sembra indicare che l’inchiesta del Russiagate sta pescando nel torbido e finora più misterioso aspetto della presidenza Trump, quello che il presidente ha finora tenuto nascosto agli occhi del pubblico: i suoi rapporti finanziari e quelli dei suoi familiari con la Deustche Bank, e forse con il riciclaggio dei fondi neri degli oligarchi russi. «È tutta una storia di riciclaggio – scrive Wolff – ed è per questo che il procuratore speciale ha scelto come primo collaboratore uno specialista di questo crimine come Andrew Weissman. La strada passa attraverso Paul Manafort, Donald Jr. e Jared Kushner, e gli affari del presidente e di suo genero con la Deutsche Bank. Mueller sta cercando di inchiodare i familiari di Trump, e trasformarli in informatori». Il giornale tedesco Hadelsblatt a dicembre aveva rivelato la richiesta di Mueller alla banca tedesca di mostrare i rapporti in corso e quelli passati con i Trump. Gli avvocati del presidente avevano smentito un suo coinvolgimento, e il Wall Street Journal ha chiarito che la citazione riguardava il clan in senso lato. Mueller ha ricevuto dal vice ministro della Giustizia Rosenstein un mandato ampio, che autorizza ad indagare ben oltre i confini della sospetta collusione con i russi per manovrare le elezioni presidenziali. Il team dei legali della Casa Bianca teme tale prerogativa, e per questo Manafort sta cercando di convincere il ministero della Giustizia a porre dei limiti all’autorità dell’inquirente.
LA RICOSTRUZIONE
Trump ha ripetuto più volte che non ha affari in corso con i russi, ma i russi hanno comprato da lui almeno 98,4 milioni di valore in proprietà immobiliari lo scorso decennio. In quel periodo Trump era reduce da rovinose bancarotte che avevano tagliato i ponti con le banche statunitensi, ma nel 2008 trovò porte aperte alla Deutsche. La banca tedesca nello stesso tempo stava agevolando il riciclaggio di 10 miliardi di dollari in fondi neri che i russi hanno fatto uscire dal paese tramite un sistema di scatole cinesi che finiscono ai Caraibi.
La stessa banca ha concesso a Kushner un prestito che Steve Bannon definisce oscuro di 285 milioni di dollari nell’ottobre del 2016, un mese prima dell’elezione, e poi a dicembre di quell’anno si è incontrato alla Trump Tower di New York senza raccontarlo alla commissione etica del congresso, con il capo della banca russa VEB Sergei Gorkov. La Veb ha connessioni con la intelligence russa, e con lo stesso Vladimir Putin.
Quell’incontro aveva una valenza puramente commerciale come dice oggi la Veb, o diplomatica, come asserisce la Casa Bianca che la indica come un primo approccio della squadra di transizione ai rapporti con la Russia? La procura di Brooklyn ha chiesto di vederci meglio e ha insinuato che la Veb avesse a quel punto rilevato dalla Deutsche pacchetti di prestiti della famiglia Trump. Questo intreccio di finanza privata e affari pubblici potrebbe essere il cappio che Mueller sta cercando di stringere intorno al collo del presidente statunitense.