la Repubblica, 8 gennaio 2018
Il caso «Ambazonia». Il leader separatista arrestato in Nigeria
ROMA, ITALIA Dopo decenni di emarginazione e imposizioni governative, indifferenti alla storia delle etnie presenti nell’area anglofona, la regione camerunense ha dichiarato simbolicamente l’indipendenza dal resto del paese a prevalenza francofona. Il primo ottobre è nata l’Ambazonia, con una sua bandiera, un inno nazionale e un presidente riparato in Nigeria, Julius Ayuk Tabe.
Tutto questo in faccia al governo del presidente camerunense Paul Biya che ha immediatamente represso le velleità secessioniste con violenza, spiegamento dell’esercito nelle regioni anglofone (sudovest e nordovest), coprifuoco, chiusura di scuole e istituzioni. Tra ottobre e novembre si contano a detta delle organizzazioni umanitarie e degli attivisti almeno cento morti e migliaia di arresti tra leader e sostenitori del movimento. A distanza di due mesi dalla dichiarazione, le forze dell’ordine camerunensi, senza autorizzazione da parte nigeriana, hanno oltrepassato il confine e raggiunto l’hotel nera di Abuja, per arrestare il “presidente” dell’Ambazonia Tabe, durante un incontro con altri separatisti. Il leader secessionista ora è in custodia e i legami tra Nigeria e Camerun rischiano una rottura diplomatica. Il primo ospita moltissimi camerunensi che al momento dell’indipendenza hanno scelto la Nigeria come propria casa, per affinità culturali e storiche. Ma i due paesi dell’Africa occidentale hanno bisogno l’uno dell’altro per combattere Boko Haram che sferra attentati all’ordine del giorno, anche al confine con il Camerun.