La Stampa, 7 gennaio 2018
«Mio caro Winston cerca di essere gentile». Nelle ore più buie, è stata l’adorata moglie Clementine a consigliare Churchill e a frenarne gli sbalzi d’umore
Il 18 gennaio uscirà anche in Italia L’ora più buia, l’atteso film di Joe Wright dedicato a Winston Churchill e all’anno, il 1940, nel quale la Gran Bretagna restò sola a combattere contro la Germania di Hitler. Gary Oldman interpreta lo statista inglese, ma quella parte è facile. Quella difficile è toccata a Kristin Scott-Thomas, che interpreta Clementine. La moglie di Churchill ha avuto un ruolo fondamentale nel consigliare e guidare il marito nelle ore più buie, nel tenere a freno la sua irritabilità, nel lenire la sua cronica depressione, nel suggerirgli soluzioni semplici a problemi intricati e nel continuare ad amarlo quando era impossibile anche solo stargli vicino. Il mondo libero le deve molto e solo pochi storici se ne sono accorti.
Era stata un’infanzia infelice ad accomunare Winston e Clementine. Lui aveva avuto seri problemi con il padre, lei con entrambi i genitori. Era figlia di Lady Blanche Oglivy, che aveva sposato un uomo sterile, Sir Henry Montague Hozier. Lady Blanche aveva così concepito i suoi figli con gli amanti: forse con il capitano di cavalleria William George Middleton, ma più probabilmente con Algernon Freeman-Mitford, barone Redesdale, che aveva sposato sua sorella ed era il padre delle irrequiete e scandalose sorelle Mitford. Dopo l’inevitabile divorzio degli Hozier e a causa dei debiti della famiglia, Clementine era cresciuta in povertà: abitava a Dieppe, vicino al mercato del pesce, e si cuciva gli abiti da sola.
L’incontro con Winston, prima nel 1904 e poi nel 1908, l’anno del matrimonio, fu quello di due anime insicure, accomunate dalla stessa difficile infanzia. Winston aveva dieci anni più di lei ed era già un parlamentare molto noto, acclamato per la retorica brillante e incisiva che usava anche per scrivere tenere lettere d’amore. «Da quando ti ho incontrata sono stato felice e tu mi hai insegnato quanto nobile possa essere il cuore di una donna». «Sono così divorato dall’egoismo che vorrei avere un’altra anima in un altro mondo e conoscerti in una situazione diversa per darti tutto l’amore e il rispetto delle grandi storie». «Anche Lloyd George dice che la bellezza è la minore delle tue virtù». «Mi giungono tante felicitazioni per la nascita del figlio, le depongo tutte ai tuoi piedi».
Quando litigavano era sempre Churchill a cercare di rappacificarsi, non poteva fare a meno di lei. Proprio nel 1940, il 27 giugno, Clementine gli scrisse una memorabile lettera dopo avere saputo che molti collaboratori non sopportavano più i suoi scatti d’ira: «Mio caro Winston, devo confermare che ho notato un deterioramento nei tuoi modi: non sei più gentile come eri solito essere (…). Hai un potere di dare ordini immenso, ma questo potere deve essere coniugato con buone maniere, dolcezza e, se possibile, calma olimpica. Non otterrai risultati migliori con l’irascibilità e la maleducazione».
Solo lei riusciva a contenerlo e a indirizzarlo. Quando c’era qualche problema, ministri e generali preferivano rivolgersi a Clementine piuttosto che affrontare Churchill. Persino re Giorgio VI le chiese di intervenire per impedire a Winston di partecipare sulla HMS Belfast, oggi ancorata sul Tamigi a Londra, allo sbarco in Normandia. Clementine era ascoltata e rispettata. A una cena, il generale De Gaulle, esule a Londra, aveva fatto uno dei suoi commenti sgarbati e lei gli aveva detto, in perfetto francese, che quello non era il modo di comportarsi con un alleato e tanto meno con chi ti ospitava.
Era una donna forte e determinata, sapeva cos’era giusto fare. Il medico di Churchill, Lord Moran, le aveva rivelato nel 1943 che il cuore di Winston non reggeva più e che lunghi viaggi aerei avrebbero potuto causare una trombosi coronarica. Lei lo nascose al marito. Lo lasciò andare a incontrare Stalin e Roosevelt in Africa, Russia, Medio Oriente, America, Europa, perché questo lui doveva fare, così come lei doveva restare a Londra angosciata, a temere che ogni viaggio fosse l’ultimo.
Clementine è morta nel 1977, a 92 anni, ed è sepolta con Winston nella St Martin’s Church di Bladon, nell’Oxfordshire. Al suo funerale il sacerdote disse quello che Churchill avrebbe detto di lei: «La vita e il successo di uno statista a volte dipendono dall’amore, dalla devozione, dall’intuizione e dal supporto di una sola persona: la propria moglie».