La Stampa, 7 gennaio 2018
Gli inglesi e i sistemi digitali così Casaleggio senior cominciò a lavorare sulle reti
Cominciò tutto con un esperimento. Condotto per lo più a Bologna, ma anche nelle sedi di Torino e Milano, tra la fine degli Anni Novanta e l’inizio del nuovo millennio. In una piccola azienda di ricerca, sviluppo tecnologico e consulenza informatica chiamata Webegg, un team ristretto di lavoro composto da informatici, ingegneri, manager, inizia a sperimentare alcune tecniche di formazione e distribuzione del consenso all’interno dei gruppi intranet aziendali. Un’azienda piccola, ma strategica: nata da una joint venture tra l’inglese Logica e la Finsiel, di lì a breve Webegg verrà assorbita in Olivetti, poi Telecom Italia. L’uomo che guida quel team – un perito informatico, ex studente non laureato di fisica all’Università, diventato programmatore e analista, e poi amministratore delegato di quell’impresa – si chiama Gianroberto Casaleggio. (...)
[Prima, Casaleggio aveva lavorato alcuni anni in una joint venture assieme agli inglesi, l’azienda che è l’antecedente di Webegg, Lgs, poi Logicasiel]. Come scrive il Guardian nel 2013 – in uno dei rari colloqui concessi da Gianroberto all’inizio dell’anno del boom elettorale alle elezioni politiche, con informazioni mai contestate dall’interessato – «Casaleggio [prima di guidare Webegg] è stato a lungo il capo delle operazioni italiane della britannica Logica». È proprio Casaleggio a raccontare all’autore dell’articolo, John Hooper, quel particolare illuminante della sua biografia, che lo lega in maniera così significativa al mondo inglese.
Ma cosa significa esattamente essere «il capo delle operazioni italiane della britannica Logica»? Casaleggio rispondeva alla parte italiana o a quella inglese dell’azienda? È una domanda fondamentale. Abbiamo rintracciato tutto il management di Logica dell’epoca, e l’abbiamo girata ai suoi titolari. Andrew Karney era il direttore responsabile di Logica per la joint venture tra Logica e Finsiel: «Roberto lavorava per Logicasiel, ed era diventato a quel tempo responsabile per alcune delle operazioni. Il mio collega Sandy Christie era l’uomo di Logica che lavorava full time in Italia per Logicasiel, come direttore. Lui conosceva Roberto molto bene». È dunque a lui che bisogna porre la questione: Casaleggio riferiva alla parte italiana dell’azienda o agli inglesi? Alexander «Sandy» Christie lavora ancora adesso con l’Italia, per la società Ingegneria dei Sistemi, a Pisa. Si tratta di un’azienda, registrata in Inghilterra, che si occupa di gestione del traffico aereo, sistemi di volo senza pilota, avionica, ingegneria elettromagnetica, ma anche sistemi di sicurezza avanzata. Christie dal 1985 al 1994 è stato membro del board di Logica, e ci svela così il primo particolare fondamentale, inedito in Italia, della sua testimonianza: «Per un certo tempo fui general manager di Logica residente a Milano; e in quel tempo Roberto riportava a me». (...)
Logica, che oggi non esiste più in quanto tale, è stata comprata da una società canadese, «come parte della sua espansione nel 1985 comprò una quota del 49% di General Systems, una società che aveva il quartier generale a Torino, e uffici a Ivrea e Milano. L’altro azionista della joint venture era Data Management, una sussidiaria del Credito Italiano». La società fu ribattezzata Logica General Systems (LGS) e cominciò a occuparsi di sviluppo di sistemi nel mercato italiano. Negli anni novanta la quota di Data Management fu venduta a Finsiel, e la società LGS fu rinominata Logicasiel. La testimonianza prosegue indicando snodi organizzativi cruciali: «Roberto aveva la responsabilità dell’ufficio di Ivrea di General Systems quando noi comprammo la quota azionaria. Quell’ufficio in quel momento lavorava quasi integralmente a produrre software per la Olivetti. Noi allargammo le sue responsabilità, e Roberto prese la responsabilità di sviluppare una serie di sistemi per le banche, specialmente fuori Torino; quindi assunse la responsabilità della divisione Finanza. Continuò ad avanzare, e alla fine assunse la responsabilità dell’intera attività dell’azienda, ma questo solo dopo il 1994, quando io avevo già lasciato».
Chi comandava in questa joint venture, gli italiani o gli inglesi? Christie risponde in modo inequivocabile, fornendo il secondo punto chiave del suo racconto: «La società [LGS, poi
Logicasiel] era in realtà trattata da Logica come se fosse la sussidiaria di Logica in Italia. Del resto l’accordo di joint venture specificava che doveva essere così». (...)
Cosa erano, allora, le «operazioni italiane»? Il manager inglese lo spiega così: «La società si occupava di sviluppo di sistemi per alcuni grandi soggetti, banche, Fiat, altre aziende industriali, più una piccola parte di lavoro per il governo. Oltre al lavoro sui sistemi, il gruppo di Roberto negli anni iniziali fu coinvolto nello sviluppo dei sistemi di messaggeria, e nei sistemi di supporto al trading per le banche». Messaggi, reti, sistemi, commercio.
C’è tutto il futuro del Movimento 5 Stelle, a pensarci adesso. Lo scambio – sebbene concepito da Logica come parte di una società sussidiaria, ossia governato dagli inglesi – era intenso: «Logica all’epoca del progetto italiano incoraggiò manager inglesi a trasferirsi in Italia, come parte del trasferimento di know how. Un certo numero di inglesi andò in Italia, e finì col riportare a Roberto».