Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  gennaio 07 Domenica calendario

LIBRO IN GOCCE NUMERO 162 (10 lezioni sulla giustizia: Per cittadini curiosi e perplessi)   Vedi Biblioteca in scheda: manca Vedi Database in scheda: manca   IL SOFFIO (LEGGERO) DEL PREGIUDIZIO Diritto

LIBRO IN GOCCE NUMERO 162 (10 lezioni sulla giustizia: Per cittadini curiosi e perplessi)
 
Vedi Biblioteca in scheda: manca
Vedi Database in scheda: manca
 
IL SOFFIO (LEGGERO) DEL PREGIUDIZIO
Diritto. «Il diritto è la vita umana riassunta dalle leggi che la regolano» (Francesco Carnelutti)
Forti
. «La stretta connessione fra diritto e potere (politico, economico, religioso) ha fatto sì che la giustizia sia stata esercitata per millenni nell’interesse dei più forti. Ricordava Tucidide che «i forti dominano sempre i più deboli; e… questi ultimi farebbero lo stesso, se un giorno le parti fossero invertite».
Processi. «Il processo a Socrate (399 a.C.) ha fissato i confini tra politica e filosofia, la condanna di Gesù quelli tra uomo e Dio, il giudizio nei confronti di Giovanna d’Arco (1431) quelli tra guerra e santità, il processo a Martin Lutero (1521) quelli tra passato e futuro della Chiesa e dell’umanità, l’incriminazione di Galileo (1633) quelli tra scienza e fede, la condanna di Dreyfus (1894 e 1899) quelli tra politica e informazione, l’accusa a Oscar Wilde (1895) quelli tra fantasia della letteratura e spada della legge, i processi di Norimberga (1945-46) e la condanna di Nelson Mandela (1964) le relazioni, rispettivamente, tra diritto e forza delle armi e tra brutalità della discriminazione e sogno della libertà».
Verità. Secondo Friedrich Nietzsche non esistono verità assolute ma solo verità relative. «Noi crediamo di sapere qualcosa sulle cose, quando parliamo di alberi, di colori, di neve e di fiori, eppure non possediamo nulla».
Ignorante. «Io sono ignorante, ma questo non significa che la verità non esiste» (Franz Kafka).
Magistrato. Il magistrato ha un compito particolare. Nel segreto della camera di consiglio egli è infatti tenuto a ricercare nel processo, secondo le regole del codice di procedura, la migliore verità umana, quella più attendibile. (…) Al magistrato non compete la risposta alla domanda puramente storica se un determinato atto sia stato commesso da una determinata persona, ma la risposta alla domanda processuale se, in base alle prove legittimamente acquisite nel corso del procedimento e valutabili dal giudice secondo la legge, sia provato oltre ogni ragionevole dubbio se quel determinato atto sia stato commesso da quella determinata persona. Non la verità storica quindi, e neanche quella morale, ma la verità processuale. La verità del processo, formatasi nel processo.
Requisiti. Requisiti necessari alla verità affermata dalla sentenza di un tribunale: trasparenza, chiarezza, sinteticità.
Post-verità. Nel 2016 l’Oxford English Dictionary ha eletto il termine post-truth «parola dell’anno» con la seguente definizione: «Aggettivo che denota circostanze in cui i fatti oggettivi sono meno influenti delle credenze personali o dell’appello alle emozioni nel condizionare l’opinione pubblica».
Italia. Secondo il codice di procedura penale attualmente in vigore, l’imputato, qualora non si avvalga della facoltà di non rispondere, ha il diritto di mentire, con l’unica eccezione del divieto di incriminare falsamente gli altri.
Stati Uniti. Negli Stati Uniti l’imputato che non si avvalga della facoltà di non rispondere è tenuto a dire, sempre e comunque, la verità.
Pregiudizio. «Il pregiudizio scivola di bocca in bocca, non sfonda porte, ma passa sotto la soglia d’attenzione, come un soffio. È leggero, perché inconsapevole: abitava all’interno da tanto tempo che il proprietario di casa manco l’ha notato, non era una macchia sul tappeto ma il tappeto stesso» (D. Troisi, Diario di un giudice).
Paul. «Mio caro Paul, nessuno può considerarsi un giurista veramente completo se non è un uomo di cultura. Se fossi in Te, dimenticherei qualsiasi preparazione tecnica per quanto concerne il diritto. Il miglior modo per studiare il diritto è quello di giungere a tale studio come una persona già ben istruita. Solo così si può acquisire la capacità di usare la lingua inglese, scritta e orale, e avere un metodo di pensiero chiaro, che solo un’educazione genuinamente liberale può conferire. (…). Rifornisci la Tua mente di tante buone letture, e amplia e approfondisci i Tuoi sentimenti sperimentando indirettamente e il più possibile i magnifici misteri dell’universo, e dimenticati della tua futura carriera» (risposta del giudice statunitense della Corte Suprema Felix Frankfurter al dodicenne Paul Claussen, che gli aveva scritto chiedendo un consiglio per diventare avvocato).


Giorgio Dell’Arti, Domenicale – Il Sole 24 Ore 7/1/2018