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 2018  gennaio 05 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - BANNON CONTRO TRUMPREPUBBLICA.ITNEW YORK - "Ci siamo: potete comprare e leggere il mio libro

APPUNTI PER GAZZETTA - BANNON CONTRO TRUMP

REPUBBLICA.IT
NEW YORK - "Ci siamo: potete comprare e leggere il mio libro. Grazie Signor Presidente". Lo scrittore e giornalista Michael Wolff non si è fatto intimidire dalla lettera di diffida che gli avvocati di Donald Trump avevano fatto recapitare all’editrice Henry Holt and Company, nel tentativo di bloccare la pubblicazione di ’Fire and Fury’, il libro che con le sue rivelazioni sta facendo tremare la Casa Bianca. E di comune accordo con il suo editore, Steve Rubin, ha risposto all’ingiunzione fatta recapitare nel primo pomeriggio di ieri da quel Charles Harder che è l’avvocato personale di Trump, giocando d’anticipo. Pubblicando già oggi - con 5 giorni d’anticipo - quel libro che sarebbe dovuto arrivare sugli scaffali martedì 9. Prima, insomma, che l’ingiunzione di un giudice potesse bloccarne la diffusione per chissà quanto tempo.

La copertina di "Fire and Fury", il libro di Michael Wolff

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La casa editrice, dal canto suo, ha allertato le librerie nel tardo pomeriggio di ieri con un comunicato tanto secco quanto insolito: "A causa della domanda senza precedenti, la data della pubblicazione è stata anticipata".

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Anche gli appuntamenti di Wolff sono stati anticipati: l’intervista programmata per lunedì mattina al "Today Show" della Nbc - la prima grande intervista data in esclusiva - anticipata a di due giorni, con il libro già disponibile in libreria. Una mossa coraggiosa e furba, quella di Wolff e del suo editore: che in questo modo hanno sventato il tentativo di bloccare l’uscita del libro che poteva essere fermata da un tribunale già stamattina, se gli avvocati fossero andati avanti con la minaccia di intentare una causa per diffamazione.

Una minaccia suggerita dagli stessi termini usati nella lettera di Harder, dove non solo è scritto che "il libro contiene osservazioni false e prive di ogni fondamento" ma si parla di actual malice, un termine legale traducibile più o meno con "malafede consapevole" che è appunto l’anticamera della causa per diffamazione.

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La reazione di Trump non si è fatta attendere. In un tweet postato poco prima della mezzanotte americana ha scritto (senza mai citare il nome di Wolff): "Non ho mai autorizzato nessun accesso alla Casa Bianca e anzi ho cacciato molte volte l’autore di quel libro fraudolento. Non ho mai parlato con lui e il libro è pieno di menzogne e fonti inesistenti. Guardate al passato dell’autore, guardate a cosa succede a lui e allo sciatto Steve". Dove per Steve si intende presumibilmente Steve Bannon, l’ex stratega della Casa Bianca che ha rivelato a Wolff i retroscena del presidente, a partire da quelli più imbarazzanti per il caso Russiagate.

I authorized Zero access to White House (actually turned him down many times) for author of phony book! I never spoke to him for book. Full of lies, misrepresentations and sources that don’t exist. Look at this guy’s past and watch what happens to him and Sloppy Steve!

— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) 5 gennaio 2018 Attraverso la Nbc è stato lo stesso Wolff a smentire Trump: "Certo che ho parlato col presidente. Che abbia capito che era un’intervista o meno, non lo so, ma non era ’off the record".  Wolff ha poi spiegato di averci parlato per tre ore. Non soltanto. Il giornalista ha poi rivelato quella che è l’aria che si respira all’interno della Casa Bianca: "Il cento per cento delle persone che lo circondano mettono in discussione la sua capacità di governare e lo descrivono come un bambino che ha bisogno di gratificazione immediata. Tutto ruota intorno a lui. Dicono che è un cretino, un idiota". Le polemiche, dunque, sono destinate a non fermarsi qui.