Il Messaggero, 4 gennaio 2018
Il catalogo degli alberi monumentali in Italia
Avete già visto mille volte il Colosseo e il Duomo di Milano? visitato l’ultima grande mostra di Caravaggio e la sorprendente performance di Cattelan? avete provato i piatti di Bottura e partecipato al concerto di Ligabue? Insomma se avete visto tutto ciò che meritava d’esser visto, allora è il momento di dedicare tempo, attenzioni ed emozioni alla natura e in particolare a quei veri e propri monumenti che sono gli alberi. Perché da pochi giorni 2047 alberi di tutta Italia sono stati ufficialmente dichiarati monumenti nazionali, e come tali protetti come fossero una chiesa, un palazzo, una statua.
Il censimento che è uno ottimo spunto per gite fuori porta è online sul sito del Ministero delle Politiche Agricole. L’elenco, diviso per Regioni, individua gli alberi per l’elevato valore biologico ed ecologico (età, dimensioni, morfologia, rarità della specie), o anche per l’importanza storica, culturale e religiosa che rivestono nei luoghi che li ospitano. «Questo primo elenco rappresenta uno strumento utile per diffondere la conoscenza di un patrimonio naturale e culturale collettivo di inestimabile valore», ha osservato il ministro Maurizio Martina. MILLENARI
E allora, scopriamoli questi monumenti. Alcuni più che secolari, sono millenari. Con certezza non si può indicare il più antico tra i tre che si contendono il primato. L’olivastro di Luras, nella Gallura, è un ulivo selvatico che potrebbe avere tra i 2500 e i 4 mila anni. Luras dista meno di un’ora di auto da Olbia e dalle altre splendide coste sarde e nel paese ci sono da vedere ben 4 dolmen preistorici, luoghi di sepolture collettive del Neolitico.ETÀ LEGGENDARIA
Età leggendaria, ma anche in questo caso non certa, per i tre larici che si trovano a quota 1.430 metri a santa Gertrude, sullo Stelvio in provincia di Bolzano. Sono considerate le più antiche conifere d’Europa e sicuramente 2500 anni fa in quelle zone non vivevano uomini per i troppi minacciosi orsi, linci e lupi. Se si vuole avere un’idea di com’erano duri i tempi anche solo cento anni fa, vale la pena una visita al piccolo ma bel museo etnografico della Val d’Ultimo che testimonia l’ambiente e la vita dei contadini di montagna. Per chi va in questo periodo tantissime sono le occasioni per praticare sci, camminate con le ciaspole ai piedi o anche solo assistere alle competizioni di curling e alle danze sul ghiaccio. IL CASTAGNO
Altro patriarca della terra che compete per il primato di età è il plurimillenario Castagno dei Cento Cavalli nel parco dell’Etna, sicuramente il castagno più vecchio d’Europa. La leggenda narra che sotto i suoi rami trovarono riparo la regina Giovanna d’Aragona e cento cavalieri con i loro destrieri durante un temporale. Si trova a Sant’Alfio, ad appena mezz’ora dai crateri del vulcano più alto d’Europa e dai faraglioni di Acitrezza. Tra poco più di un mese, per una settimana Catania sarà teatro della vivacissima festa di sant’Agata. Una buona occasione per andare.IL PRIMATO
Se il primato dell’anzianità non è certo, l’elenco del Mipaaf fornisce invece dati certificati sulle dimensioni. E stavolta la Sicilia è imbattibile grazie allo spettacolare ficus di Piazza Marina, in pieno centro a Palermo. Possenti sono le radici serpeggianti dal suolo e quelle aeree che scendono dai rami e li sostengono formando 10 robuste colonne che, ormai unite, hanno una circonferenza totale di 36 metri. IL PIÙ ALTO
L’albero più alto 50 metri è dall’altra parte d’Italia, in provincia di Bergamo, a Roncobello. È un abete bianco che svetta perfino su tutti gli altri giganti della zona. La leggenda racconta di un pastorello analfabeta che aveva impresso sul tronco solo le sue iniziali, appena pochi giorni prima di morire improvvisamente. Quando dopo qualche anno il proprietario della zona ordinò di fare abbattere gli abeti per venderli come legna, il padre del ragazzo riuscì a impietosirlo (pagando, sia chiaro) e suo divenne quell’unico abete certificato oggi come il più alto d’Italia. Una prova che anche gli alberi sono monumenti che raccontano storie di uomini e che, del resto come gli uomini, nascono, crescono, affrontano le difficoltà del tempo e dei tempi.