la Repubblica, 4 gennaio 2018
Polvere, altura, dune e sofferenza. Benvenuti alla suggestione Dakar
«Una sfida per quelli che partono. Un sogno per quelli che restano a casa». Thierry Sabine si era perso con la moto nel deserto libico durante il rally Abidjan-Nizza, oggi sono giusto 40 anni. Quel giorno lo salvarono che ormai era spacciato, ma lui giurava che quasi non gli importava. Perché non era mai stato così follemente felice tra le dune africane. Ispirato. Un anno dopo, il 26 dicembre del 1982, convinse 182 piloti a darsi appuntamento sotto alla Tour Eiffel, davanti al Trocadero: il mese seguente alla prima edizione della Parigi- Dakar arrivò al traguardo meno della metà dei concorrenti ( 74). Oggi Thierry non c’è più, scomparso nel 1986 in un incidente in elicottero mentre seguiva la gara. E dal 2009 si gareggia in America Latina. Però Marc Coma, ds della corsa più folle e suggestiva, racconta la stessa emozione: «Sogno e sofferenza».
Sabato si parte da Lima, in Perù, che in Italia sarà pomeriggio. Il bivacco tra le dune, una carovana con 337 mezzi al via e 525 concorrenti di 54 nazionalità ( compresi 9 italiani): 9000 km dalla afosa costa peruviana alle montagne piovose della Bolivia e poi ancora le sterminate pianure argentine. Il francese Coma spiega meglio il suo concetto di sofferenza e sogno: «Cinque speciali di sabbia, tra impressionanti scenari naturali. Poi la giornata di riposo a La Paz, dopo una settimana. Quindi giù dalle alture boliviane, e poi ancora gli ultimi appuntamenti dove si prevedono anche 40° di temperatura. Un inferno, un paradiso. Bellissimo», dice. L’arrivo a Cordoba.
Tra le 91 auto al via, il favorito è naturalmente Stephane Peterhansel, che di Dakar ne ha vinte più di tutti ( 13) ed è reduce da 2 successi consecutivi. Il francese corre con la Peugeot, che dal prossimo anno dirà addio alla competizione ma intanto schiera un altro fuoriclasse assoluto, il 9 volte mondiale Sebastien Loeb, poi Carlos Sainz e Cyril Despres, che con la moto ha chiuso primo in 5 occasioni. Poi con la Toyota c’è un principe qatariota, Nasser Al Attiyah, campione del mondo uscente nel cross country rally. Nelle moto è favoritissima la Ktm che correrà con un mezzo leggerissimo e ha 4 piloti di assoluto livello: Sam Sunderland, Mathias Walkner, Antoine Meo e Toby Walker. Tra i protagonisti anche l’azienda indiana Hero, che lo scorso anno ha venduto motocicli come nessuno (6,6 milioni di esemplari) e vuole usare la Dakar come vetrina.
Gli italiani 9. Nelle moto, Alessandro Botturi (Yamaha), Jacopo Cerutti ( Husqvarna) e Alessandro Ruoso ( Ktm): potrebbero fare molto bene. Poi Livio Metelli e i deb Alberto Bertoldi, Maurizio Gerini, Fausto Vignola e Gabriele Minelli. Tra le auto, Eugenio Amos alla guida di un Buggy 2WD. Stefano Marrini su Toyota. Una donna, Camelia Liparoti, prova per la prima volta la categoria SxS dopo 9 Dakar in quad ( dove ci sarà un solo italiano, Juan Carlos Carignani). E una squadra di veri “duri” bergamaschi, quelli del team Orobica: tre camion con gli equipaggi Cabini- Verzelletti, Montecchio- Calubini, Calabria Fortiuna. Pronti a soffrire. E a sognare.