la Repubblica, 4 gennaio 2018
Fisco, il vaso di Pandora
Non ho mai incontrato un politico che, a parole, non si scandalizzasse per il numero eccessivo delle agevolazioni fiscali. La maggior parte, però, non ha alcuna intenzione di aprire questo vaso di Pandora; quei pochi che vorrebbero intervenire non sanno come procedere concretamente, e fanno quello che si fa sempre in questi casi: chiedere una “ricognizione”.
I politici tendono a non fare niente per motivi ben noti: l’influenza delle lobby e il timore di perdere voti. Ma nella mia esperienza, ci sono altre due spiegazioni per l’inazione. La prima è molto prosaica: per decidere bisogna capire, e non tutti i politici hanno la voglia, il tempo, e la preparazione per capire una giungla di agevolazioni come quella italiana. La seconda spiegazione è più sottile: se una agevolazione è piccola allora “non vale la pena di svegliare il can che dorme per recuperare pochi milioni”; se è grande, allora “toglierla deve necessariamente avere effetti devastati su un intero settore, non è il momento giusto”.
È qui che i tecnici possono dare una mano – e tra i tecnici metto anche e soprattutto il ministro dell’Economia. Fare l’ennesima ricognizione non serve a niente se non si danno ai politici dei criteri concreti per decidere. Ecco dei criteri che ritengo ragionevoli: mancanza di una ratio economica cogente; esistenza di una ratio economica iniziale, che è venuta meno con il tempo; accumulazione storica di molteplici agevolazioni in un solo settore; effetti distributivi perversi.
Per esempio, le detrazioni per ristrutturazioni edilizie e per acquisti di mobili (parecchie centinaia di milioni l’anno) sono un enorme spreco di risorse, perché la stragrande maggioranza delle ristrutturazioni verrebbero fatte in ogni caso; inoltre il tasso di agevolazione è molto superiore a quello degli altri Paesi europei. Manca quindi una ratio economica cogente. Le deduzioni per i contributi sociali per badanti hanno invece effetti distributivi perversi, perché è un’opportunità che si dà ai più ricchi ( le famiglie meno abbienti non hanno badanti) di ridurre le proprie tasse. Molto meglio graduarle rispetto al reddito. Anche gli enormi sussidi al cinema (i più alti d’Europa) vanno in gran parte a beneficiare persone benestanti. Così come è insensato che i medici dell’ospedale Bambino Gesù di Roma (che già riceve decine di milioni in sussidi annualmente) non paghino l’Irpef, senza alcuna motivazione economica o redistributiva. Queste cose i politici non le sanno: è compito dei tecnici informarli.
I politici, comprensibilmente, temono anche che eliminare una certa agevolazione venga percepito come una ingiusta punizione di una categoria. Ecco perché un’azione sulle agevolazioni non dovrebbe essere a spizzichi e bocconi, ma complessiva, per evitare l’accusa di subordinazione a interessi particolaristici. Anche qui i tecnici (leggi: ministro dell’Economia) devono prendere l’iniziativa: raccogliere attorno a un tavolo tutti i ministri e chiedere a ciascuno il suo. In questo modo nessun ministro può lamentarsi con il presidente del Consiglio di essere stato preso di mira ingiustamente.
Se lo volesse veramente, il ministro dell’Economia potrebbe contare su un’ottima base di partenza. Mentre alcuni funzionari del ministero proteggono con le unghie l’agevolazione cui sono preposti, molti altri si rendono benissimo conto delle incongruenze di certe agevolazioni, e da anni fanno pressione perché vengano abolite. Il ministro dell’Economia dovrebbe solo raccogliere queste voci e sistematizzarle. Ma deve impegnarsi in prima persona, non delegare.Questi sono alcuni suggerimenti concreti. Ma non bisogna farsi illusioni: le considerazioni elettorali prevalgono sempre. Ed è difficile biasimare i politici: quando nel 2015 uscirono voci che il governo Renzi avrebbe eliminato l’esenzione dell’Iva per le imprese di pompe funebri ( un’altra agevolazione senza alcuna ratio), un giornale di opposizione, che da sempre imprecava contro il proliferare delle agevolazioni, intitolò in prima pagina a otto colonne: “Tassano anche i morti”. E con il ritorno imminente a un fragile governo di coalizione, sarà ancora più difficile combattere le agevolazioni inutili.