Corriere della Sera, 4 gennaio 2018
Noi, amici di Tex
Giovanni Trapattoni leggeva Tex in ritiro, sia da calciatore che da «mister», per rilassarsi. E la stessa abitudine l’aveva Alex Del Piero, arrivato a comperarsi in un colpo solo la collezione completa per potere sfogliare anche i numeri mai avuti del passato. Fred Bongusto, immensa voce italiana, ricorda di quella volta che, durante una tournée in Sicilia, «ad Acireale, a Ferragosto, feci aprire un’edicola perché ancora non avevo trovato l’ultimo albo». Riccardo Fogli – erano i primi anni Settanta e non aveva ancora lasciato i Pooh per stare con Patty Pravo – racconta di quando, dopo un concerto in Maremma, litigò con gli altri tre della band in auto: «Era l’alba, guidavo io e per la nebbia lungo la strada non si vedeva nulla. Per questo andavo piano: ma nel frattempo sul volante avevo squadernato Tex di cui ero, e sono, esaltato fan. A un tratto Dodi e Roby si svegliarono, mi videro tutto assorto nella lettura e cominciarono a insultarmi in ogni modo: “ma sei pazzo?”...».
La tribù dei fan di Aquila della Notte è assai estesa, comprende insospettabili che non t’aspetteresti mai di vedere con gli albi del ranger in mano. E poi invece scopri che sono proprio loro a sapere tutto del capo bianco dei Navajo: da quante volte ha sfidato Yama e Proteus, acerrimi nemici, a cosa profetizzò al generale Custer poche ore prima della battaglia di Little Big Horn. Per finire con il conteggio esatto dei duelli vinti e di tutte le volte in cui è scampato a un agguato. Sono, indifferentemente, politici di destra e di sinistra (tra gli assidui tre ex presidenti della Camera: Fausto Bertinotti, Gianfranco Fini e Pierferdinando Casini) sportivi o ex sportivi come Roby Baggio e Adriano Panatta, attori comici e premi Oscar (da Paolo Rossi a Roberto Benigni), cantautori come Francesco Guccini e Francesco De Gregori.
Lettori di tutte le età divenuti adepti delle storie texiane in due modi: o perché i fumetti erano già in casa, grazie ai familiari. Oppure, era l’altra via, perché prestati dagli amici. Al primo gruppo appartiene sicuramente Sergio Cofferati – «sessantanove anni, coetaneo di Tex visto che entrambi siamo del 1948», puntualizza orgoglioso – segretario della Cgil dal ‘94 al 2002, sindaco di Bologna dal 2004 al 2009, europarlamentare, due figli, uno di 45 e l’altro di dieci, «naturalmente entrambi texiani».
«Cominciai a seguire le avventure del ranger quand’ero bambino, negli anni Cinquanta. Non ero neanche alle elementari e non sapevo ancora leggere – ricorda – ma avevo dei nonni gentili: guardavo le vignette e loro ad alta voce leggevano le didascalie. Da allora non ho più smesso».
«Con Tex esiste un rapporto assai datato grazie a mio padre» spiega invece Paolo Bonolis, vulcanico conduttore e autore tv: «Lo leggeva lui da adulto e ho cominciato a leggerlo io da bimbetto: poi non mi sono più fermato». Un punto di riferimento, quelle storie di «Aquila della notte e dei suoi pards che hanno sempre corrisposto al mio desiderio di avventura e alla passione per tutto ciò che riguarda il West».
Gianrico Carofiglio, ex magistrato, ex senatore pd e oggi apprezzatissimo scrittore a tempo pieno, fa parte invece di quelli che Tex lo hanno letto per via degli amici: «Avevo dieci anni, qualcuno me lo prestò». È finita che, neanche tanto tempo fa, l’ex toga scrisse un raccontone, un colloquio a tu per tu con il ranger, poi rappresentato anche a teatro. Dialoghi così, immaginandosi assieme al bivacco: «Mi immedesimavo in lei – è la confessione di Carofiglio – in modo quasi patologico. Per capirci con un esempio: da piccolo odiavo i fagioli, poi scoprii che lei e i suoi pard li mangiavate regolarmente. Da allora mi piacciono. E quando andavo al ristorante con i miei genitori, io facevo, testualmente, la stessa sua ordinazione: una bistecca alta due dita, una montagna di palatine fritte». E se «chiedevo un barilotto di birra papà faceva finta di arrabbiarsi. Poi però scoppiava a ridere».