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 2018  gennaio 04 Giovedì calendario

Europa, verso il mercato unico franco-tedesco

Si erano sentiti prima per coordinarsi? Ufficialmente no, ma è sicuro che lo stesso volontarismo europeo che ha pervaso i due discorsi di fine anno, di Emmanuel Macron e di Angela Merkel, non sia stato un puro caso. «L’Europa è qualcosa di buono per la Francia», ha detto lui. «Il futuro della Germania è legato in maniera indissolubile a quello dell’Europa», ha detto lei. Per poi entrambi sottolineare il ruolo rinnovato dell’asse franco-tedesco. Che si concretizza sempre più: il 22 gennaio i Parlamenti dei due Paesi, Assemblea nazionale e Bundestag, voteranno (e dovrebbero approvare senza problemi) una risoluzione che vuole potenziare l’integrazione di Francia e Germania.
Era stato Macron, lo scorso 28 settembre, davanti agli studenti della Sorbona, a invocare «la revisione del trattato dell’Eliseo», concluso nel 1963 tra il presidente Charles de Gaulle e il cancelliere Konrad Adenauer. È il testo fondatore dell’asse franco-tedesco, che per Macron è oggi l’unico strumento possibile per rilanciare l’Unione. Lo ha ribadito il 31 dicembre, parlando del «colloquio intimo con i nostri amici tedeschi, necessario a ogni passo in avanti dell’Europa». Più prudente negli ultimi mesi Merkel, in difficoltà per formare il nuovo governo, ma l’ultimo dell’anno ha affermato che «Francia e Germania vogliono lavorare insieme». Come? Si legge nel testo della risoluzione comune, partorito in segreto nelle ultime settimane dai deputati francesi e tedeschi, e reso noto ieri dalla France insoumise, il movimento di Jean-Luc Mélenchon, in realtà antieuropeista.
Nella risoluzione si indicano alcuni obiettivi comuni, come «la realizzazione di uno spazio economico franco-tedesco con regole armonizzate» per il diritto societario, la normativa sulle bancarotte e la fiscalità delle imprese, che a termine dovranno essere identici sulle due rive del Reno. Previste anche «norme comuni per i diritti sociali», un «mercato unico dell’energia» e progetti molto specifici come uno «statuto dello stagista franco-tedesco»: sì, le stesse regole per chi fa stage in imprese, così da rendere possibili scambi permanenti. Tali aspirazioni confluiranno nel nuovo trattato tra i due Paesi da predisporre nei prossimi mesi. Non solo: Assemblea nazionale e Bundestag prevedono di firmare entro il 22 gennaio 2019 un accordo che porti «lla convergenza delle procedure legislative e di trasposizione delle direttive europee negli ordinamenti nazionali».
A metà dicembre Macron e Merkel si erano già impegnati a trovare una posizione comune sulla riforma dell’eurozona entro marzo. È un altro terreno concreto sul quale allinearsi (e non sarà facile, viste le reticenze tedesche che ancora pesano sulla creazione di un bilancio per Eurolandia, ambizione del presidente francese). E ci si chiede quanto queste iniziative marginalizzeranno Paesi come l’Italia e la Spagna nella Ue, vittime possibili del nuovo dialogo tra Parigi e Berlino.
Ieri, intanto, Macron ha annunciato anche una nuova legge anti fake news in Francia, con l’obiettivo principale di impedire la diffusione di notizie false durante le campagne elettorali. «In quei periodi le piattaforme Internet – ha detto – avranno obblighi di trasparenza maggiori su tutti i contenuti sponsorizzati. Dovranno dire chiaramente chi paga per quegli spazi e limitarli».