il Giornale, 3 gennaio 2018
Barbari, conigli e uomini
Sono all’Isola dei conigli, di fronte a Porto Palo di Capo Passero, dove due tonnare abbandonate attendono il loro destino di luoghi di accoglienza per profughi dell’anima. Chi arriva qui si è sganciato da tutto come sul «bateau ivre» di Rimbaud. L’isola si stacca di pochi metri dall’Isola, ma è una distanza infinita, incommensurabile, nel punto più remoto della Sicilia, verso il nulla. L’estremo presidio è un Forte maestoso, eretto nel 1607, mentre stava per arrivare a Siracusa Caravaggio. Il sovrano era Filippo III re di Spagna e di Sicilia.
In questo punto estremo il Forte serviva ad avvistare corsari turchi pericolosi per le scorribande contro la popolazione locale. Oggi la minaccia non sono più i turchi, ma gli incivili figli delle stesse popolazioni che il Forte intendeva proteggere. Restaurato dalla Soprintendenza dieci anni fa, il luogo è devastato dalla disumana barbarie di teppisti che hanno divelto poderose cancellate, devastato infissi, sventrate le vetrine, in attesa di oggetti da esporre umiliando il luogo, senza senso. Nulla da rubare, tutto da distruggere. La Regione ha speso denari per un restauro corretto, e questi imbecilli hanno infierito per infierire. Cosa si agita nei loro animi? Qual è il puro piacere di distruggere? Lenta si alza la luna sul castello dell’isola di Capo Passero e accarezza l’isola illuminando le mura del Forte. Ci sarà un giorno che spiriti gentili potranno prevalere sui barbari, e restituire l’Isola dei conigli alla dignità degli uomini?