Corriere della Sera, 3 gennaio 2018
Frances McDormand, l’antidiva dei Coen: sul set mi ispiro a John Wayne
Nel film non ha mai un sorriso né una parola buona. È soffocata dal dolore, la figlia è stata rapita, stuprata, uccisa. La polizia dorme. E Mildred, così si chiama, vuole farsi giustizia da sola. Frances McDormand, l’antidiva della working class, la leggendaria poliziotta incinta di Fargo (con cui vinse l’Oscar), è fresca di nomination ai Golden Globes con Three Billboards Outside Ebbing, Missouri, anticamera delle statuette dorate. Alla Mostra di Venezia la sua performance ebbe un successo straordinario. Ma ha fatto venire il mal di pancia ai fotografi, percorrendo il tappeto rosso a passo di corsa. Loro l’hanno fischiata, lei ha risposto puntando il dito medio e girandosi di spalle, mostrando il fondoschiena.
Frances, è stata una scena che ricorda Mildred, la donna dai modi spicci se non brutali che interpreta nel film.
«Non è un film sulla vendetta di una donna. Se qualcuno vedendomi ha pensato a un western, è sulla strada giusta. Nella camminata mi sono ispirata a John Wayne. Ma è anche una storia piena di umanità».
Che tipo è quella donna?
«È una del popolo, viene dalla campagna. Non deve indulgere in sentimentalismi. Non è un’eroina, è qualcosa di più complicato di questo. Il dolore per la perdita del figlio la trascina in una sorta di terra di nessuno. Secondo me Martin McDonagh, il regista, ha un concetto greco dell’esistenza umana, questa storia è piena di idee epiche, inoltre mettendo al centro una donna al posto di un uomo, esplora davvero la sfera della tragedia greca».
Alla Mostra di Venezia è stata sei volte.
«La prima fu nel 1992, lo ricordo bene. Sembra sempre che porti donne burbere, era già successo tre anni fa per la serie tv Olive Kitteridge, dove faccio una insegnante caustica e disillusa, e ora. È la storia di un matrimonio, e di come sopravvivergli. Quel personaggio mi somiglia, è stato facile, come indossare un paio di scarpe».
Lei è sposata da trentatré anni con il regista Joen Coen, fratello di Ethan.
«Il mio vero talento si vede quando stiro. In fin dei conti per tutta la vita sono stata una casalinga che fa l’attrice».
Cosa le ha detto suo marito di Mildred?
«È stato lui a chiarirmi le idee, a dirmi che Mildred non è diventata dura: lo è sempre stata. Ha una tuta blu che indossa ogni santo giorno, è una specie di divisa di guerra, una grande idea cinematografica».
Come ha conosciuto suo marito?
«Nel 1984 al provino di Blood Simple, dove arrivai in ritardo perché dovevo vedere in tv il mio fidanzato di allora che aveva una particina in una soap opera. Quello è il nostro primo film, lì sono nati i fratelli Coen al cinema. Per il mio ruolo avevano pensato a Holly Hunter ma era impegnata a Broadway».
I Coen sono figli di professori universitari, lei…
«Io fui adottata da un pastore protestante. Soldi, pochi. In attesa dell’inizio delle riprese del mio debutto tornai a fare la cassiera in un supermercato».
Se rivede in un lampo la sua carriera?
«Beh, non posso che partire da Fargo. Il mio personaggio è piaciuto perché è quello che capita alle donne che lavorano. L’altra considerazione è che per oltre trent’anni ho interpretato ruoli secondari, al cinema e a teatro. Racconto sempre che ai provini mi dicevano: non sei abbastanza alta, non sei abbastanza magra, non sei abbastanza bella…Io rispondevo: prima o poi vi stancherete, cercherete qualcuno che non è abbastanza niente, e io ci sarò».